Gli 80 anni di Dalla e Battisti….tu chiamale se vuoi emozioni

Uno estroverso e gioioso, l’altro solitario e malinconico. Non potevano essere più diversi, Lucio Dalla e Lucio Battisti, che oggi 4 e domani 5 marzo avrebbero compiuto 80 anni. Nessuno lo pensava, ma quelle 24 ore del 1943 avrebbero cambiato la storia della musica italiana. Eppure, anagrafe a parte, molte cose li accomunavano. Intelligenti, profondi e sensibili sono i primi tre aggettivi che ci sovvengono pensando a questi due giganti.
Entrambi rivoluzionari, sono stati capaci di trasportarci nel loro mondo, vivendone gli umori e facendoli un po’ nostri. Ed è difficile immaginarci orfani di capolavori come I giardini di marzo, La canzone del sole, Il mio canto libero, Emozioni, Pensieri e parole, Io vivrò senza te, Una donna per amico, E penso a te o Mi ritorni in mente. E ancora 4 marzo 1943, Anna e Marco, L’anno che verrà, Caruso, Come è profondo il mare, La sera dei miracoli, Futura o Piazza Grande o Canzone.
Personalità differenti, ma unite dallo stesso destino: dare nuova vita alla canzone italiana per restituirle sentimento e verità. Così lontani nello scrivere ed inventare, così vicini nel riuscire a toccare il cuore di intere generazioni, cogliendo le atmosfere e le sfumature del nostro Paese. Ci hanno regalato parole e melodie divenute autentici pezzi di storia che dimostrano come la musica popolare sia uno strumento di conoscenza e di memoria tanto straordinario quanto necessario per capire meglio chi siamo. Lucio Dalla ha pubblicato ventidue album in studio e nove dal vivo, ha scoperto grandissimi talenti lavorando come produttore e ha lavorato nel cinema, sia come attore che come compositore di colonne sonore. Risulta difficile pensare al cantautore senza soffermarsi alla sua città: Bologna. La Dotta ha ispirato alcuni dei pezzi più famosi del cantautore, tra cui “Piazza Grande”, e non era raro vedere Dalla allo stadio o a passeggio sotto i portici. Tra i tanti artisti che si sono formati nella città, Lucio Dalla è sicuramente il più amato e rappresentativo, tanto che Bologna ha spesso ricordato questo suo “figlio” scomparso nel 2012, per esempio dedicandogli una statua seduta su una panchina o illuminando le strade con le parole delle sue canzoni.
Differentemente dal suo omonimo, Lucio Battisti scelse di vivere lontano dai riflettori fino alla sua morte, nel 1998. Chitarrista autodidatta e cantante dal timbro inconfondibile, operò negli anni ’70 una scelta singolare: dopo due tour decise di abbandonare la musica dal vivo. Questo non gli impedì di ottenere un grande successo, incidendo ben 17 album in studio e scrivendo canzoni per altri artisti, fra cui Mina, “nostra Signora” della musica leggera. Il suo interesse è sempre stato nella ricerca degli arrangiamenti perfetti, mentre lasciava la scrittura dei testi a parolieri, in primis a Mogol, il più celebre, con cui diede vita ad un sodalizio che ha rappresentato nella storia della musica italiana un fenomeno pressoché unico che ha portato le loro canzoni ad una popolarità assoluta. Dalla e Battisti sono l’eredità di un cantautorato che ancora oggi sa essere fonte d’ispirazione per tanti artisti, probabilmente perché ci hanno lasciato perle in grado di raccontare la storia che le gira intorno. Tu chiamale, se vuoi, emozioni.

Matteo Vincenzi