Il commissario Mascherpa, il fumetto che trasmette ai giovani la cultura della legalità

MANTOVA – Nel lontano 1931 irruppe sulla scena del fumetto statunitense un personaggio dalla mascella volitiva, destinato a entrare nella storia della nona arte: il poliziotto Dick Tracy.
Da allora è passata molta china sulle pagine e il genere poliziesco ha trovato spazio e seguito sempre maggiori in albi e graphic novel. Eppure in Italia tali tematiche iniziarono a essere trattate – o meglio, disegnate – solo a partire dagli anni Settanta del secolo scorso, facendosi largo in un mercato dominato dal fumetto western e di avventura, con Tex e Diabolik che imperavano sopra tutti.
Furono il commissario Spada di Gianni De Luca e il detective Sam Pezzo di Vittorio Giardino a tracciare la strada per la produzione degli anni successivi, fino alle più recenti uscite in edicola e in libreria.
Per parlare della nascita e della diffusione del fumetto poliziesco nel nostro Paese si sono incontrati ieri al Festivaletteratura, nella bellissima location dell’ex chiesa della Madonnna della Vittoria, Daniele Bigliardo (che ha illustrato le versioni a fumetti del commissario Ricciardi e del commissario Mascherpa), la direttrice di “Polizia Moderna” Annalisa Buccheri e Luca Crovi.  A moderare l’incontro il criminologo Luigi Caracciolo,
E così si è scoperto che in Italia fu la testata per ragazzi “Il Giornalino” della Casa editrice cattolica “Le Paoline” a pubblicare per prima le strisce di questi poliziotti che lottavano contro il terrorismo, la malavita e lo spaccio di droga.
E intanto che Bigliardo disegnava in diretta un commissario Mascherpa ambientato a Mantova, Buccheri spiegava come quest’ultimo, nato dalla penna di Luca Scornalenchi, sia un investigatore che utilizza tecniche di indagine moderne e come la narrazione molto vivace e al passo con i tempi faccia breccia nei lettori più giovani ai quali vengono trasmessi i valori del rispetto delle regole attraverso questa nuova forma di cultura della legalità.

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