Il libro su don Berselli, ‘atto di giustizia che Mantova gli doveva’

MANTOVA – Don Costante Berselli, uno dei grandi protagonisti della storia e della cultura mantovana del Novecento. Ma un protagonista scomodo, e non per il suo carattere burbero ma per quello che fu il suo approccio innanzitutto a molteplici vicende della vita cittadina e della Curia da cui venne isolato per oltre trent’anni dopo avergli mosso della accuse rivelatesi assolutamente infondate.
Si potrebbe dire un‘esistenza travagliata in tempo di guerra e di pace. Partigiano, costituì a Mantova il Comitato di liberazione nazionale nel luglio del 1944 ma dopo poco venne scoperto dai nazisti mentre comunicava agli alleati con una radioricetrasmittente gli spostamenti delle truppe tedesche, Finì a Dachau da dove riuscì a tornare a casa nel 1945 e nello stessò anno fondò il settimanale cattolico La Cittadella che
diresse fino al 1955. Nel 1966 con Giuseppe Amadei diede vita alla rivista Civiltà mantovana, negli anni ottanta collaborò con la Gazzetta di Mantova, firmando
un’ apprezzata rubrica con lo pseudonimo “Il pievano”, scrisse molti libri  tra i quali il famoso ‘Cucina mantovana di principi e di popolo’ che firmò in questo caso con lo pseudonimo di Gino Brunetti.
E oggi Mantova, a distanza di trent’anni dalla morte, ha voluto restituire al sacerdote quegli onori che in vita non gli sono stati tributati nonostante i tanti riconoscimenti ottenuti nel campo degli studi e della storia. Lo ha fatto con il libro editato da La Voce di Mantova che oggi pomeriggio è stato presentato in una sala del Palazzo del Plenipotenziario gremita.
Il volume, curato dallo storico Giancarlo Malacarne e dal giornalista Rai Fabrizio Binacchi con il coordinamento dei testi da parte dello srittore e giornalista de La Voce di Mantova Davide Mattellini, che racchiude scritti di varia natura dei due firmatari di copertina e di Mattellini, oltre che della giornalista e oggi consigliera regionale Paola Bulbarelli, dello storico don Giovanni Telò, dello studioso Claudio Fraccari, delle nipoti dello stesso sacerdote Maria Grazia e Gabriella Risi, e del direttore de La Voce Alessio Tarpini.

“A distanza di trent’anni dalla morte di don Berselli credo fosse necessario ricordare la sua figura per una questione di giustizia, In questo libro noi ricordiamo l’uomo, guardando a quello che ha fatto. Era un passaggio dovuto – spiega Malacarne- Don Berselli per la cultura mantovana ha fatto di tutto e di più e nonostante ciò nessuno se lo ricorda, questo è un danno grande per Mantova. Abbiamo quindi pensato fosse venuto il momento di recuperare la sua storia bellissima. Non dobbiamo dimenticare ad esempio sul fronte culturale “Civiltà mantovana”, “Mantova, le lettere, le arti e la storia” (anche se lo portò in rovina), o “Il pievano”, ma soprattutto non dobbiamo dimenticare la sua storia di partigiano che lo portò ad essere internato a Dachau: solo per un miracolo riuscì a tornare a casa”

“Questo libro è ricordo, memoria e testimonianza per non dimenticare e, come diciamo nella nota dei curatori, è anche una forma di ‘cuore e di mente’. Noi siamo partiti dal cuore” afferma Binacchi.
“Un giorno Giancarlo e io ci siamo incontrati e il pensiero è finito su don Costante.  Io non sapevo che Giancarlo fosse suo amico e l’avesse frequentato sino alle ultime ore e lui non sapeva che io, tra il 1980 e 1983 alla Gazzetta di Mantova ero stato delegato dal direttore Rino Bulbarelli a parlare col ‘pievano’ per i suoi articoli sulle pagine del giornale. All’inizio don Costante mi guardava con occhio molto diffidente quasi come voler dire ‘ma sarà capace questo qui?’ e quell’occhio poi si è trasformato in una benevolente comprensione tanto che, come dico nel libro, qualche anno dopo quando ero già a Roma in Rai lui mi chiese di realizzare un pezzo da pubblicare in quarta di copertina su ‘La Storia di Mantova – il compendio del 1990’ e per me fu un onore straordinario. Ma tornando all’incontro con Giancarlo quel giorno ci confrontammo e concordammo subito sulla necessità fare qualcosa in occasione dei trent’anni della morte di don Berselli e questo qualcosa siamo riusciti a farlo grazie alla presenza e alla vicinanza de La Voce di Mantova” conclude il curatore.

Il libro, che viene distribuito come allegato de La Voce di Mantova, si avvale delle prefazioni del sindaco di Mantova Mattia Palazzi, del presidente della Provincia mantovana Carlo Bottani, e del vescovo Marco Busca.