Il Politecnico apre le porte della sede di Mantova e del laboratorio di ricerca

MANTOVA – Ospitato nell’ex Convento di Santa Maria Maddalena, il Politecnico di Milano sede di Mantova riserva numerose sorprese, come luoghi nascosti, l’antica chiesa diventata aula Magna e la Sala del Mantegna, da poco riportata alla luce.
Sono in corso i lavori di sistemazione di uno dei tre giardini che lo caratterizzano dove, nel 2020, sono stati ripiantati 4 gelsi in sostituzione di quelli del ‘500 che erano pericolanti e ora sarà rifatta la pavimentazione. Una volta terminato ci sarà una lunga panca per gli studenti e un palco per gli eventi in esterna. 3milioni di euro di investimento tutti a carico del Politecnico di Milano. Con l’inizio dell’anno nuovo si conta di terminare i lavori per inaugurarlo in primavera in occasione del 30ennale del Politecnico.

Tanti i lavori di riqualificazione fatti negli anni, dalla Sala del Mantegna, all’aula Magna, al cortile del Pozzo, alla biblioteca dove gli studenti possono consultare le riviste e le collane di libri specializzate in architettura. Molti i volumi cartacei e quelli on line.

Una scuola di architettura, quella di Mantova a una scuola di Architettura d’eccellenza, particolarmente attenta ai temi della tutela, conservazione e valorizzazione del patrimonio architettonico e ambientale, aperta alle più ampie relazioni internazionali.

Il ricco patrimonio storico e culturale della città e del territorio, la presenza del Sito UNESCO “Mantova e Sabbioneta”, i modelli avanzati di sperimentazione promossi dal Politecnico, le strutture dedicate e i servizi del campus, la forte vocazione all’internazionalizzazione hanno reso il Polo di Mantova un luogo ideale per lo sviluppo di un ambizioso progetto internazionale di istruzione, formazione e ricerca. Il corso di laurea in Progettazione dell’Architettura o quello magistrale in Architectural Design and History sono in linea con questa attitudine.
Importantissimo il laboratorio interdipartimentale UNESCO Research Lab che si esplica principalmente nei settori della conservazione e valorizzazione del patrimonio architettonico, dell’analisi e progettazione ecologico-ambientale, del progetto di architettura e alla scala urbana. Ecco allora i lavori sul Duomo, Palazzo Ducale, Palazzo Te, San Marco a Venezia, la metropolitana di Napoli, ma anche Verona, Vicenza, Aosta, Parma, Padova. Ad illustrarli sono stati il ricercatore Jacopo Helder e la docente Barbara Bogoni.
“Si parte dalla storia dei luogh – spiegano – per poi effettuare i rilievi, fondamentali diventa l’utilizzo delle nuove tecnologie come laser scan e dei droni, ma anche il mobile mapping che raccolgono immagini che poi vengono incrociate con le carte topografiche e geolocalizzate”. I lavori a volte di fermano ai rilievi, a volte vengono realizzati, fondamentale è l’attività di consulenza.
Moltissimo il lavoro realizzato post sisma, per ripristinare le strutture danneggiate, ma anche negli anni seguenti per controllarne la conservazione.