Il San Sebastiano di Cà d’Oro del Mantegna si svela a Palazzo Ducale

MANTOVA – Mantegna incontra Mantegna a Palazzo Ducale. Due fasi pittoriche diverse dello stesso artista che si mettono a confronto. Prima la Camera Picta, poi il San Sebastiano di Cà D’oro a Venezia. Due stanze attigue. Due modi diversi di vedere la vita e di dipingerla. Prima luci, colori. Poi buio, ombra sofferenza.
Al Ducale un Mantegna diverso in mostra per tre mesi, giusto il tempo che nella sua collocazione originale nella cappella della Galleria Giorgio Franchetti alla Ca’ d’Oro di Venezia siano terminati i lavori di restauro. L’opera è stata svelata in anteprima alla stampa questa mattina. Oggi pomeriggio l’inaugurazione ufficiale della mostra “MantovaVSMantegna Tra luce e ombra: in Camera Picta e il San Sebastiano di Cà d’Oro” e domani l’apertura al pubblico dell’esposizione fino al 15 giugno.
“Sono due capolavori incredibili – spiega il direttore di Palazzo Ducale, Stefano L’Occaso – uno già noto, e forse diventata anche un po troppo familiare come la Camera Picta che è un capolavoro solare di luce, di amore verso la cultura classica e il paganesimo e il San Sebastiano, un’opera che potrebbe sembrare di un altro artista perchè è concettualmente all’opposto cupa, drammatica, che costituisce molto probabilmente il testamento spirituale del Mantegna. E’ un dipinto impressionante, emozionante, potente e forse l’opera più preziosa giunta in prestito a Palazzo Ducale negli ultimi 50 anni”.

Il dipinto, documentato nel 1506 presso gli eredi del grande pittore, quindi giunto nella collezione di Pietro Bembo a Padova per poi passare nella collezione del medico Antonio Scarpa, nel 1893 fu destinato dal barone Giorgio Franchetti, suo ultimo proprietario, al meraviglioso edificio tardogotico veneziano che affaccia sul Canal Grande, da lui acquistato per farne un pubblico museo.

È un’opera drammatica, il martire trafitto da 16 frecce, fa cogliere una profonda partecipazione emotiva del pittore; sembra quasi un testamento spirituale dell’artista, anziano, forse incupito da vicende personali e vicino alla morte, avvenuta il 13 settembre 1506.

Lo straordinario prestito nasce dalla collaborazione tra la Direzione regionale Musei nazionali del Veneto e il Palazzo Ducale di Mantova per una concomitanza di eventi “Abbiamo necessità di chiudere per alcuni mesi il museo per opere di restauro e adeguamenti strutturali ed impiantistici – spiega il funzionario della Direzione regionale Musei nazionali del Veneto, Sonia Revelant – avremmo dovuto spostarlo e questa è stata un’occasione straordinaria per potarlo nella Mantova di Mantegna e permettere la sua fruizione in questi mesi di lavori. Il San Sebastiano resterà a Palazzo Ducale fino a quando non saranno terminati i lavori della sua casa, quando la cappella sarà pronta tornerà a Venezia”.
Già restaurato nel 2005, questa sarà l’occasione per controllare lo stato del restauro ed eventualmente intervenire in caso di necessità. “Lo movimentazioni delle opere sono sempre molto difficili – conclude la Revelant – ma ci danno modo di capire come stanno i dipinti e capirne lo stato di conservazione. Il San Sebastiano è stato controllato prima di arrivare a Mantova e sarà ri-controllato una volta rientrato a casa”.

“L’esposizione non comporterà alcun aumento sul biglietto d’ingresso del Museo – conclude L’Occaso – ma sarà un’occasione in più per capire quanto potesse essere ampia e varia la produzione e la poetica di un artista rinascimentale come Mantegna che è stato uno dei geni del nostro XV secolo ed è stato colui che ha fatto grande Mantova nel rinascimento in Italia e nel mondo”.

Palazzo Ducale non si ferma, dopo questa straordinaria mostra in maggio sarà proprio la Camera Picta ad essere protagonista con la nuova illuminazione. Procedono poi i cantieri in atto, alcuni dei quali finiranno nel 2025, altri sono in programma nel 2026. Il primo che dovrebbe terminare è quello delle Carceri dei Martiri di Belfiore, il cui restauro entro l’estate dovrebbe concludersi.