La regina della dance Ivana Spagna guest star del Concerto per la Vita in una serata di grande musica e solidarietà

MANTOVA – Il conto alla rovescia è partito per il “Concerto per la Vita” in programma il 23 novembre alle ore 21 al Teatro Sociale di Mantova. Un grande appuntamento di solidarietà (il ricavato sarà devoluto per garantire certo numero di prestazioni per l’holter pressorio) e musicale che vedrà sul palco Gianni Dall’Aglio accompagnato da dei bravissimi musicisti, e Ivana Spagna la regina indiscussa della musica dance anni ’80: i suoi grandi successi, tra cui Easy Lady e Call me, sono indimenticabili e con quest’ultimo è arrivata a battere nelle hit parade persino Madonna e Michael Jackson. È stata scelta da Elton John per la versione italiana di The Circle of Life, tema del film della Disney il Re Leone, ha incantato tutti a Sanremo con “Gente come noi”.
Icona del pop, Ivana Spagna è una delle cantanti italiane più amate e al Sociale, con la sua splendida voce, intonerà i suoi pezzi più celebri amatissimi da almeno tre generazioni.
Cosa l’ha portata ad accettare la proposta di Gianni Dall’Aglio di essere sul palco del Concerto per la Vita?
Devo essere onesta, quando Gianni mi ha chiamata per essere con lui al concerto a Mantova ho accettato subito per la grande voglia di rivedere Gianni. Lui fa parte della mia adolescenza, era il mito musicale mio e di mio fratello quando cantavamo da ragazzini. Poi la scoperta dell’Associazione Amico Rene e della sua attività a favore della nefrologia dell’ospedale della città e delle persone che soffrono di nefropatie mi ha dato un ulteriore stimolo per esserci. E’ importantissimo il fine benefico di questo concerto.
Non è la prima volta che lei si esibisce in concerti con uno scopo benefico, cosa rappresenta la solidarietà nella sua vita?
Io dico sempre che fino a quando sono fuori da un letto di ospedale e riesco a vivere abbastanza bene il minimo che devo fare è mettere la mia voce a servizio di chi è meno fortunato di me. Mi sono adoperata tante volte per gli altri e non solo andando a cantare ma anche operando direttamente sul campo come è successo ad Amatrice e a Mirandola dopo i terremoti.
Cosa ha fatto?
Non mi piace molto parlarne perchè queste sono cose che mi sono sentita di fare e ho fatto pensando solo alla condizione di quella povera gente. E non è stato nemmeno facile organizzarle. Ad Amatrice, grazie anche alla preziosa collaborazione del compianto giornalista di Sky Pio D’Emilia, ho avuto tutti i contatti necessari e sono riuscita a portare due tensostrutture per il ricovero degli animali e una casetta prefabbricata per ospitare una famiglia che aveva perso tutto, in questo caso ho fatto una cordata anche con altre persone. A Mirandola dopo il terremoto del 2012 ho fatto arrivare invece dei condizionatori perchè ero rimasta impressionata dalle immagini in tv che facevano vedere gli ospedali da campo con la gente che sudava per il gran caldo.
Comunque in qualsiasi situazione non riesco a stare indifferente di fronte alla gente che soffre, in questo periodo non riesco a vedere i telegiornali con le immagini terribili della guerra, e purtroppo in questo caso non posso proprio far niente per intervenire.
Parliamo della sua carriera straordinaria: oltre 11 milioni di dischi venduti, il Disco d’oro alla carriera e tanti altri riconoscimenti importanti. Ma dopo una carriera così strepitosa fa ancora effetto salire su un palco?
Assolutamente si, ogni volta. Io sto male tutte le volte che devo salire su un palco e chi mi conosce lo sa, non riesco a stare seduta, non riesco praticamente a far niente, è una cosa strana, ho anche cercato di capire perchè mi capita e forse ci sono arrivata: è perchè ogni volta vorrei dare il massimo ma non sempre si è in condizioni fisiche per poterlo dare e così vengo assalita da un’emozione incredibile. Mi succede sempre anche perchè per me non esistono palchi più o meno importanti, quel che conta è il rispetto del pubblico, è alle persone che vengono a sentirmi che voglio dare il massimo. Non mi scorderò mai quando ho cantato a Cantù per un’ospedale e sui brani dance alcune signore ricoverate hanno ballato con la flebo attaccata, una tenerezza e un’emozione infinite.
Lei è stata una regina della musica anni ’80. Secondo lei perchè la musica di quegli anni continua a essere la più amata anche da chi allora era piccolissimo o magari non era proprio nato?
Credo d’aver scoperto cos’è. Adesso quando si va in discoteca ci sono dei pezzi per ballare con ritmi bellissimi ma senza melodia nella maggior parte dei casi. La dance aveva il ritmo che ti faceva ballare ma aveva anche la melodia e questa te la portavi a casa. Portandotela a casa la canzone diventa tua, la memorizzi, ti ricorda un momento e resta dentro di te. Ecco perchè è arrivata fino ai nostri giorni e addirittura negli ultimi anni è diventata più forte di prima, perchè sono canzoni ma anche ricordi.
Lei è cresciuta a Borghetto, a pochi chilometri dalla provincia di Mantova che immagino conoscerà come bene come conoscerà diversi mantovani. Cosa si sente di dire al pubblico mantovano che sarà al Sociale il 23 novembre ad applaudirla?
Si sono cresciuta a Borghetto dove adesso abita mio fratello, ho tanti amici sia a Mantova che a Verona, per me quelle sono le mie zone ed è sempre un grande piacere poter cantare nella propria terra. Spero davvero di poter stare bene con la voce per poter dare al pubblico quello che si merita, ovvero il massimo!

 

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