La situazione della Libia raccontata dal film “L’Urlo” di Michelangelo Severgnini

MANTOVA – Il film “L’Urlo” di Michelangelo Severgnini sarà proiettato lunedì alle 21 al centro sociale Margherita Hack di Borgo Angeli in Via Cesare Boldrini.
Ad organizzare l’iniziativa è stato il “Comitato di solidarietà internazionalista con la lotta dei popoli latinoamericani” di Mantova.
In Libia ci sono 700mila migranti-schiavi bloccati senza poter andare avanti e senza poter tornare indietro. Solo poche migliaia di loro ogni anno ce la fanno.
Questo è lo scenario raccontato dalle centinaia di persone in Libia con cui il regista Michelangelo Severgnini è entrato in contatto attraverso il metodo basato sulla geolocalizzazione e questo a partire dall’estate 2018.

Il film
“L’Urlo” è la storia del lavoro del regista, spesa tra il vano tentativo di rendere queste voci protagoniste in Europa e il desiderio di svelare misteri della Libia.
Ne esce un quadro sconvolgente: l’Europa appoggia e finanzia i governi illegittimi di Tripoli in cambio di petrolio libico trafugato sottobanco, 40% ogni anno. Un imponente saccheggio possibile grazie all’impunità di cui godono le milizie sul campo, quelle stesse milizie che, con il miraggio dell’Europa, hanno attratto con l’inganno i cosiddetti “migranti” africani in Libia e ora, una volta convertiti in schiavi, ne dispongono a loro piacimento.
Le immagini girate dai telefonini dei ragazzi in Libia e i loro messaggi vocali si alternano con il viaggio dell’autore, verso il confine tra Tunisia e Libia, alla ricerca di una liberazione che tarda ad arrivare, nel silenzio complice del mondo.

Chi è Michelangelo Severgnini
Il regista è nato a Crema nel 1974 ed è stato redattore di Radio Onda d’Urto dal 1999 al 2001.
Nel 2000 scrive il libro “Good morning, Pristina! – diario di un giornalista radiofonico tra Kosovo e Serbia” (Prospettiva edizioni).
Nel 2001 in qualità di compositore e contrabbassista incide l’album “2001: odissee infrante alle periferie dell’impero” (MAP produzioni).
Realizza il suo primo documentario nel 2002, Il ritorno degli Aarch – i villaggi della Cabilia scuotono l’Algeria (Carta, settimanale).
Nel luglio 2004 gira in Iraq …e il Tigri placido scorre – istantanee dalla Baghdad occupata Tra il 2004 e il 2008 partecipa come videoautore per l’agenzia H24 a numerosi documentari televisivi in onda su LA7 e Rai3, tra cui Stato di paura, premio della critica Ilaria Alpi nel 2007.
Il terzo lavoro indipendente esce nel settembre 2008, Isti’mariyah – controvento tra Napoli e Baghdad (edizioni Peacereporter.net con le musiche dei Radiodervish), già vincitore nel 2006 del Premio Internazionale Documentario Reportage Mediterraneo nella sezione creatività e nel 2008 del primo premio assoluto per la miglior opera in concorso al Sole e Luna doc festival.
Dal 2007 cura il sito kapdkjumb.it, su cui tiene un diario in rete.
Nell’estate 2008, dopo aver interrotto la sua collaborazione con la tv, ha lasciato L’Italia e si è trasferito ad Istanbul, dove ha girato il film Katırlar doğurunca (Quando le mule partoriranno). Il film è stato ultimato in collaborazione con la casa di produzione Figli del Bronx.
Dal gennaio 2011 vive a Napoli.

Il film è di Kama productions, scritto con Piero Messina e girato da Waddah Al Fahed, montato da Claudio D’Elia e prodotto da Riccardo Biadene