La verità su piazza Fontana raccontata dal giudice Guido Salvini al Teatro Bibiena

MANTOVA –  Oggi il giudice Guido Salvini, autore del libro “La maledizione di Piazza Fontana – L’indagine interrotta. I testimoni dimenticati. La guerra tra i magistrati” (Casa editrice Chiarelettere) è stato il protagonista della serata che ha ripercorso gli anni del terrorismo. Parlando di un episodio mantovano, ha riferito che un esponente veronese di Ordine Nuovo, confessando la sua attività clandestina, ha raccontato le responsabilità per una bomba scoppiata in via Agnelli davanti al negozio Fanny il 1° maggio 1969. L’esplosione causata da un chilo di tritolo ha provocato molti danni.
Presentato dal presidente del consiglio comunale Massimo Allegretti, Salvini si è soffermato sulle numerose pagine drammatiche che hanno segnato questo periodo della storia d’Italia e i decenni successivi caratterizzati da depistaggi e coperture anche di pezzi dello Stato.
L’iniziativa, organizzata dal Comune di Mantova, fortemente voluta da Allegretti, ha riempito il Bibiena. Presenti anche il sindaco Mattia Palazzi e il presidente della Provincia Beniamino Morselli. L’incontro è stato moderato dal professor Andrea Di Michele, docente della Libera Università di Bolzano.

“Sono passati molti anni da quel 1969 – ha osservato Allegretti introducendo la serata – e molti tasselli di un mosaico che appariva indecifrabile hanno, nel tempo, grazie al lavoro di alcuni magistrati, trovato la giusta collocazione. L’Italia non ha una memoria nazionale pienamente condivisa e ritengo che la politica e una classe dirigente seria abbiano il dovere di fare proprio questo compito, non certo inasprire divisioni per meri interessi di parte. Non possiamo dividerci sul nostro passato e la nostra storia non può più essere terreno di scontro, ma solo unicamente di confronto”.
La pubblicazione raccoglie, sotto forma di narrazione, gli elementi più inediti di una lunghissima e controversa vicenda giudiziaria, che ha visto i processi concludersi con l’assoluzione degli imputati. Si tratta di un libro-inchiesta che interroga la società civile e che, soprattutto, vuole svelare la verità, atto doveroso per i familiari delle vittime, e come dovere di verità di un contraddittorio periodo storico, che interpella e deve far interrogare non solo il mondo giudiziario ma anche le istituzioni. Sollecitato dalle domande di Di Michele, Salvini ha fatto emergere le tante verità che sono emerse dopo la conclusione dei processi che non si possono più riaprire.
Giudice presso il Tribunale di Milano, è uno dei pochi magistrati che, per ragioni di indipendenza personale, non aderisce ad alcuna corrente organizzata della magistratura. Negli anni Novanta, come giudice istruttore, ha condotto le indagini sull’eversione di Destra e sulla strage di piazza Fontana, i cui risultati sono confluiti nell’ultimo processo, il terzo, sulla vicenda.