MANTOVA – “Mantovarchitettura”, il secondo appuntamento ideato e promosso per la Scuola delle Arti con l’Associazione Amici di Palazzo Te e dei Musei mantovani, racconta le avventure di ingegneria, architettura e design nate al Politecnico di Milano nei 160 anni dalla sua formazione. Questa università ha saputo mantenere, rinnovandola, la propria origine come laboratorio di innovazione e progetto, luogo in cui fare della ricca commistione tra conoscenza tecnica e sapere scientifico uno strumento necessario e straordinario per il progresso.
La storia
Francesco Brioschi (1824-1897), già professore all’Università di Pavia, nel 1863 fonda a Milano l’Istituto Tecnico Superiore, più tardi denominato “Politecnico” e così riconosciuto in tutto il mondo. Già nel 1865, agli indirizzi di ingegneria civile e industriale si affianca la Scuola per Architetti fondata da Camillo Boito (1836-1914), architetto e docente all’Accademia di Brera. Il nuovo istituto è immaginato come laboratorio di ricerca e didattica, capace di porre al centro il progresso della cultura tecnico-scientifica, e offrire ai futuri allievi gli strumenti e le conoscenze specializzate necessarie all’innovazione dell’industria e dell’economia, e alla trasformazione del territorio. Le radici del Politecnico sono infatti strettamente legate alla città che lo ospita, Milano, che tra fine Ottocento e inizio Novecento diviene fucina di nuove idee e dirige il progresso dell’Italia postunitaria. Già nel 1927, l’Istituto Tecnico Superiore trova la sua sede centrale alla “Città degli Studi”. Nel Dopoguerra il Campus si amplia, ospita nuovi edifici per l’insegnamento dell’Architettura e dell’Ingegneria, e in anni seguenti cerca nuovi spazi nel quartiere industriale della Bovisa.
Il Politecnico diviene così il centro di un moderno sistema di cultura e di impresa, attorno al quale si riuniscono architetti, ingegneri e designer che progettano luoghi per la collettività e il lavoro, immaginano produzioni industriali inedite e fanno della divulgazione scientifica e del trasferimento di conoscenze specializzate il motore di una contemporaneità in fervente cambiamento.
Si avvia così una storia di formazione scientifica di giovani che hanno realizzato scoperte e invenzioni che ancora oggi utilizziamo o che hanno formato la nostra contemporaneità.
Da Giovanni Battista Pirelli (1848-1932), laureato in Ingegneria industriale nel 1870, che ha tratto dalla lavorazione della gomma una produzione rivoluzionaria, a Gae Aulenti (1927-2012), architetta e designer, autrice di progetti in cui si intrecciano tradizione, nuova ricerca dei materiali e sensibilità alla tecnologia.