Murgia: “L’importanza del lavoro di squadra”

Murgia:

MANTOVA Sedici storie che smontano il concetto di eroe ed esaltano il lavoro di squadra. È “Noi siamo tempesta” il libro di Michela Murgia, presentato alla Casa del Mantegna con Elsa Riccadonna e Paolo Bacilieri, autore della graphic novel “Ettore e Fernanda”, dedicata alle vicende del direttore della Pinacoteca di Brera Ettore Modigliani e della sua assistente Fernanda Wittgens. Anche quest’ultima narrazione è una testimonianza dell’importanza del lavoro in team. Modigliani, infatti, è un ebreo in Italia negli anni Venti. Prima allontanato da Milano e mandato in esilio a L’Aquila, poi con le leggi razziali del 1939 radiato da tutte le cariche pubbliche, lascia nelle mani della sua assistente il futuro del museo. Dopo la Seconda guerra mondiale Fernanda Wittgens ricostruisce Brera, rendendola un museo moderno in grado di riflettere il proprio ideale illuminista di istituzione per il popolo.

È il potere dell’arte che Michela Murgia ritrova anche in Maria Lai e nella sua opera “Legarsi alla montagna”, primo esempio di arte relazionale, prima ancora dei lavori Marina Abramovi. È quell’arte nella quale l’artista da solo non basta ma per realizzare la sua intuizione ha bisogno della collaborazione di altre persone. “Sventurata è la terra che ha bisogno di eroi”, scriveva Bertolt Brecht. Maria Lai, come Fernanda Wittgens che ha creato il museo vivente, sono due donne che hanno compreso il valore del capitale umano e della sua importanza come collante della comunità.

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