MANTOVA – Asst Mantova e Fondazione Palazzo Te insieme per il progetto di Museoterapia “L’arte che cura. Rubens e gli eroi”. Scopo dell’iniziativa fare rete tra istituzioni e passare dal welfare prestazionale ad un welfare relazionale.
Il percorso prevede laboratori artistici di pittura, musica, teatro e danza, un vero e proprio studio clinico per valutare l’impatto dell’arte sul benessere su un gruppo di pazienti.
Lo condurrà la struttura di Nefrologia e Dialisi del Carlo Poma, guidata da Giuseppe Mazzola, coinvolgendo 25 pazienti sottoposti a trattamento dialitico, emodialisi o dialisi peritoneale. Si tratta del primo studio di Asst che vede protagoniste le arti con il loro potenziale terapeutico.
L’iniziativa si inserisce nel più ampio progetto “Arte in ospedale”, curato dall’area Ufficio stampa e comunicazione di Asst Mantova, che da anni diffonde la bellezza nei luoghi di cura. In particolare, nel 2023 è nato appunto il sottoprogetto Museoterapia, in cui si inseriranno i workshop di Palazzo Te.
“Si parte dall’idea – commenta il direttore generale di Asst Mara Azzi – che l’arte possa curare sia i pazienti che i professionisti, oltre a rappresentare un ponte fra i luoghi di cura e la comunità locale. Con questa iniziativa i nostri professionisti hanno voluto misurare scientificamente la reazione dei pazienti al contatto con la bellezza.
I risultati li vediamo già delle Rems di Castiglione, dove ci sono questi percorsi, lo vediamo nelle Rsa, dove esistono già iniziative di questo tipo, ma con questo progetto abbiamo davvero la possibilità di misurare davvero l’impatto dell’arte e dare una connotazione scientifica a questi progetti e avere quindi più strumenti per metterli in pratica in diversi settori. Ringraziamo per questo la Fondazione Palazzo Te per questa importante collaborazione”.
Sono diversi anni dal 2009 che abbiamo iniziato questo progetto – spiega Elena Miglioli, responsabile della comunicazione dell’Asst di Mantova – abbiamo decorato le pareti, per rendere più piacevole l’ambiente, ci sono tantissimi studi che dimostrano l’impatto positivo dell’arte sui pazienti, e ci siamo detti facciamo un passo in più e misuriamo scientificamente cosa significa avere percorsi di questo tipo. E così è nata questa collaborazione”.
“I nostri pazienti dializzati subiscono davvero dei cambiamenti – spiega Giuseppe Mazzola, primario della struttura di Nefrologia e Dialisi dell’Ospedale Carlo Poma – cambia completamente il loro stile di vita, non solo per loro, ma anche per la famiglia. Abbiamo sempre cercato di portare avanti iniziative per migliorare la loro via, questo progetto ha rappresentato l’attuazione di quello che volevo mettere in pratica”.
Lo studio clinico
Lo studio clinico della Nefrologia metterà a confronto due gruppi di pazienti dializzati, uno dei quali svolgerà le attività strutturate per Palazzo Te. A entrambi sarà sottoposto un doppio questionario a distanza di un tempo prestabilito: prima e dopo l’esperienza artistica.
L’obiettivo primario è quello di verificare se gli stimoli artistici possono contribuisce a una riduzione del 10% del grado di astenia.
Il secondo obiettivo è quello di valutare se le condizioni di dialisi ospedaliera o domiciliare possono contribuire a determinare il grado di astenia. I pazienti hanno un’età compresa fra i 18 e gli 80 anni, maschi e femmine.
L’insufficienza renale cronica con necessità dialitica è una condizione che comporta spesso la comparsa di astenia fisica e mentale. Il paziente dializzato riferisce senso di stanchezza legata all’esecuzione della dialisi, ma anche dovuta alla modifica degli stili di vita e all’obbligatorietà del trattamento dialitico tre o più volte alla settimana, in base alla metodica prescelta. L’astenia si ripercuote sul benessere psichico, fisico e sociale di chi la sperimenta.
“E’ un’iniziativa molto speciale che riguarda il mondo della cultura in rapporto con la cura, le associazioni culturali si aprono quindi in modo trasversale, ma qui c’è proprio volontà, impegno, attivismo culturale che si rivolge ai processi di sostegno alle persone. La partecipazione delle istituzioni culturali e del patrimonio alle attività di sostegno sanitario non è solo una scelta di inclusione, ma la risposta a una precisa dimensione etica, insita nella loro missione” – ha commentato il direttore di Fondazione Palazzo Te Stefano Baia Curioni.
Il percorso a Palazzo Te
Il percorso prenderà come spunto iniziale i miti di Ercole e le storie di Achille, emblemi dell’eroe antico che si trova di fronte a fatiche e scelte, amori e arti, mostri e avversari, virtù e debolezze. Come queste storie ci parlano oggi? Come diventano una pratica sociale? Perché il mito è ancora materia viva?
Si partirà il 17 ottobre con sei laboratori condotti da esperti che si concluderanno il 28 novembre: Visita alla mostra di Rubens. Il corpo dell’eroe. Forza, amore, virtù con Simone Rega; Percezione e senti-mento con Chiara Olivieri; Dal dipinto alla scena con Silvia Gandolfi; Segno, gesto, colore. L’energia nella pittura con Federica Aiello Pini; Piano e forte. La forza di una nota con Leonardo Zunica.
Il ruolo della ricerca nell’ambito di arte e salute nel mondo. Qualche dato
Secondo il rapporto dell’Oms sul ruolo delle arti nel miglioramento della salute e del benessere (Health evidence network synthesis report 67 – What is the evidence on the role of the arts in improving health and well-being? a scoping review – 2019).
Più di 3.000 studi hanno evidenziato il ruolo determinante delle arti nella prevenzione delle malattie, nella promozione della salute, nel trattamento e nella gestione delle patologie che si manifestano nel corso della vita.
Il report censisce la letteratura accademica globale in inglese e in russo, dal gennaio 2000 al maggio 2019. Si parla di oltre 900 pubblicazioni, fra le quali più di 200 tra recensioni, revisioni sistematiche, meta-analisi e meta-sintesi. I risultati sottolineano un potenziale impatto delle arti sulla salute mentale e su quella fisica, nell’ambito di due categorie tematiche: la prevenzione e promozione, la gestione e il trattamento.
Visitare musei e gallerie, andare a teatro e assistere a concerti o all’opera lirica ogni due mesi o più frequentemente in età avanzata sono stati associati, ad esempio, a un più lento declino cognitivo e a un minore rischio di sviluppare demenza.