Nivola, l’uomo dietro la leggenda: un pomeriggio per riscoprirlo alla Madonna della Vittoria

130 anni di Tazio Nuvolari, tanti eventi per celebrare il mito del

MANTOVA – A volte basta un nome per evocare un’emozione che attraversa il tempo. E a Mantova, quel nome è Tazio Nuvolari. Domenica 16 novembre, alle ore 16, l’ex chiesa della Madonna della Vittoria in via Fernelli diventerà il luogo dove passato e presente si sfiorano, dove il mito del mantovano volante riprende vita attraverso ricordi, immagini e filmati d’epoca.
A guidare il pubblico in questo viaggio sarà Sandro Signorini, studioso appassionato di storia locale, che racconterà Nivola non solo come pilota imbattibile, ma come uomo capace di trasformare la velocità in un modo di sentire il mondo.

La favola di Nivola: l’uomo dietro la leggenda

Signorini partirà dal cuore della storia: prima del pilota che ha stupito il pianeta, c’era un uomo innamorato della moglie Carolina, un padre che ha conosciuto il dolore più straziante, quello della perdita dei figli Giorgio nel 1937 e Alberto nel 1946, entrambi a soli diciotto anni. C’era l’uomo che amava la fotografia, che cercava nell’obiettivo un modo per catturare ciò che la velocità gli strappava via. Un corpo martoriato da oltre cento cicatrici e decine di fratture, eppure sempre pronto a ripartire. Perché fermarsi non era nella sua natura.

Un pilota che sfidava l’impossibile

Nuvolari iniziò a gareggiare tardi, a 30 anni, e in pochi anni ribaltò ogni logica del suo tempo. Vinse in tutte le categorie motociclistiche e in auto con modelli tra loro anche molto diversi, dimostrando che il segreto non era la macchina, ma chi la guidava.
Le sue imprese sono diventate materia di leggenda: il Gran Premio del Tigullio vinto senza volante, il Gran Premio del Belgio in moto nonostante il gesso, la vittoria a Brno con un’auto priva di una ruota, il trionfo epico al Nürburgring nel 1935 contro Mercedes e Auto Union, la straordinaria Coppa Vanderbilt del 1936 a New York davanti a oltre un milione di persone, l’ultimo Gran Premio prima della guerra a Belgrado, fino all’ultima vittoria a 58 anni nella gara in salita del Monte Pellegrino.
Fu lui a inventare la derapata e stabilì nel 1935 la velocità di 359,10 km/h sulla Firenze-Mare, un primato destinato a resistere per decenni.
Carolina, la donna che lo accompagnò in ogni stagione della vita, scriverà nel suo diario parole che ancora oggi sembrano abbracciare la sua leggenda: “Mi ha amato per tutta la vita ed è stato amato in tutto il mondo. Un grande gentiluomo che amava l’eleganza, la famiglia e la velocità. Un mito intramontabile per il suo coraggio, per le sue vittorie, per i grandi dolori della sua vita.” In tutto, Nuvolari disputò 324 gare tra moto e auto, ne vinse 261, e portò il suo nome in ogni angolo del mondo, facendosi amare da folle in delirio ovunque corresse. Si spense a Mantova, l’11 agosto 1953, nella casa di viale delle Rimembranze. Aveva 61 anni. Di lui la Porsche scrisse una frase che riassume l’impossibile:“Il più grande, insuperabile pilota di ieri, di oggi e di domani.”

Un incontro per ritrovare Tazio

L’appuntamento di domenica prossima (a ingresso libero) che rientra nel ciclo di conferenze “Domeniche pomeriggio con la storia mantovana, sarà dunque un’occasione per ritrovare il filo emotivo che lega Mantova al suo campione più iconico. Un pomeriggio in cui ricordi, immagini e parole restituiranno il ritratto più vero di Nuvolari: quello di un uomo che ha fatto della velocità la sua lingua madre e della vita una corsa senza paura.