Palazzo Ducale, l’8 marzo gratis ingresso e visita guidata per tutte le donne

MANTOVA –Venerdì 8 marzo, grazie a una disposizione del Ministero della Cultura, tutte le donne potranno entrare gratuitamente nei musei statali italianiPalazzo Ducale di Mantova è tra questi e consentirà l’ingresso gratuito a tutte le donne offrendo loro anche il percorso guidato “Sulle tracce di Isabella d’Este” con partenza alle ore 9.30 e replica alle 11.30 (durata circa 75 minuti, prenotazioni via telefono al 0376 352100 numero attivo dalle 8.30 alle 13.30).

Festeggiare la ricorrenza dell’8 marzo con una visita al museo è un modo diverso e divertente per approfondire le figure femminili del passato che hanno contribuito a plasmare la cultura e l’arte italiane. Fra queste, un posto d’onore merita certamente il personaggio di Isabella d’Este (Ferrara, 17 maggio 1474 – Mantova, 13 febbraio 1539), figura assai celebre e amata, soprattutto dai mantovani. Colta collezionista, mecenate d’arte, influente nel campo della moda nonché abile a gestire il potere alla corte dei Gonzaga, fu tra le donne più autorevoli del suo tempo, al punto da guadagnarsi l’epiteto di “Primadonna del Rinascimento”. Isabella visse tra le mura di Palazzo Ducale di Mantova e, nonostante i secoli passati e le numerose vicissitudini storiche, molti luoghi del grande complesso gonzaghesco recano ancora le tracce fisiche lasciate dalla sua forte personalità.

L’iscrizione alla visita accompagnata e illustrata è obbligatoria ed è possibile fino a esaurimento posti. Tutte le donne partecipano gratuitamente, gli altri possono iscriversi con biglietto d’ingresso da €5 o superiore oppure con una delle tessere del museo. Il ritrovo è nei pressi della biglietteria di Palazzo Ducale in piazza Sordello 40. Data la complessa articolazione di Palazzo Ducale e la sua natura monumentale, anticipiamo che alcune parti del percorso non è stato possibile renderle accessibili al pubblico con disabilità motoria. Alcune tappe saranno all’interno del percorso di visita aperto al pubblico, altre invece in luoghi solitamente chiusi, rendendo pertanto “Sulle tracce di Isabella d’Este” un’occasione sia per approfondire la propria conoscenza del personaggio storico della marchesa, che per scoprire alcuni ambienti meno noti del Palazzo Ducale di Mantova.

Quando Isabella giunse a Mantova nel 1490 come sposa di Francesco II Gonzaga, andò ad abitare in un appartamento al piano nobile del Castello di San Giorgio del quale rimangono ancora integri alcuni ambienti: lo Studiolo e la sottostante Grotta, in una delle torri rivolte verso il lago. Nella Grotta si conserva ancora la grande volta lignea costruita dai fratelli Mola nel 1506 circa nella quale si ripete la raffigurazione della cosiddetta “impresa” delle pause (o del silenzio). Le imprese erano raffigurazioni simboliche che richiamavano a esortazioni di carattere morale e definivano le virtù dei signori (o, in questo caso, delle signore) che le facevano proprie. L’impresa delle pause viene fatta propria da Isabella: possiamo intenderla come un’esortazione al silenzio contemplativo, come un atto di amore verso l’ascolto delle “voci del mondo” o più semplicemente della musica.

Le tappe presso il Castello di San Giorgio si concludono con passaggio attraverso i Camerini della Paleologa, in origine all’interno della palazzina progettata da Giulio Romano la cui edificazione portò alla modifica della morfologia del primo appartamento Isabelliano. Il percorso prosegue attraverso l’itinerario di visita del museo per concludersi all’appartamento vedovile. Alla morte del marito Francesco II, Isabella si trasferì al piano terra di Corte Vecchia dove fece allestire un nuovo più ampio appartamento. Alcuni ambienti, a partire dalla Sala della Scalcheria, la Grotta, lo Studiolo e il Giardino Segreto sono ancora oggi ben conservati benché privi dei capolavori artistici che li ornavano e rappresentano il punto conclusivo del percorso di visita del museo di Palazzo Ducale. Accanto ai numerosi simboli e motti isabelliani, tra cui il celebre “nec spe, nec metu” (senza speranza né timore), possiamo citare senz’altro il magnifico portale scolpito da Gian Cristoforo Romano e le raffinate tarsie lignee che custodivano le sue collezioni di oggetti rari e preziosi.

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