MANTOVA – Con “Passione e Redenzione” la Basilica palatina di Santa Barbara torna ad accogliere l’ormai tradizionale appuntamento pasquale con l’arte sacra. In programma un evento inedito dedicato allo scultore Aldo Falchi (Sabbioneta, 1935 – Mantova, 2020). L’inaugurazione dell’esposizione è fissata per sabato 1 aprile alle 10.30, con la presentazione critica a cura della storica dell’arte Paola Artoni e un intermezzo musicale della violinista Alessia Caniato. La mostra si potrà ammirare fino al 30 aprile, con apertura al sabato e alla domenica dalle 10 alle 18.
La mostra, realizzata grazie alla collaborazione con la figlia dell’artista Ombretta Falchi, è
patrocinata dal Comune e dalla Provincia di Mantova, dalla Diocesi di Mantova e dal Touring Club Italiano. Per l’undicesimo anno consecutivo il Liceo Artistico “Giulio Romano” di Mantova si fa promotore di un evento dedicato all’arte contemporanea in Santa Barbara e ne cura l’allestimento, così come era già accaduto per le personali dedicate ad Silvio Consadori, Angiolino Cristanini, Mario Dall’Acqua, Renzo Ferrarini, Andrea Giovannini, Trento Longaretti, Sandro Negri, Enzo Nenci, Teresa Noto ed Aurelio Nordera.
“Solo qualche mese fa abbiamo ricordato Aldo Falchi nella mostra ‘Nella forma e nella materia’ allestita alla Casa del Mantegna – spiega Paola Artoni – e a lui abbiamo voluto dedicare un posto d’onore tra gli scultori mantovani cosmopoliti per la sua attività svolta Oltralpe ma anche per le commissioni internazionali. È stata un’occasione preziosa per avvicinare anche le nuove generazioni con uno sguardo rinnovato alla sua produzione. Ora questo nuovo capitolo espositivo dedicato ad Aldo Falchi sacro è un ulteriore prezioso tassello per comprendere ancora più profondamente il suo operato che, ancora una volta, è disseminato oltre i confini mantovani. Nella basilica di Santa Barbara sono presentate una
trentina di sculture in terracotta mai esposte al pubblico e inedite. Un ciclo potente dedicato alla ‘Via Crucis’ e una serie di opere plasmate nell’argilla con il suo inconfondibile tocco. Nel lavoro di Falchi colpisce la fisicità del gesto, la contemplazione delle forme anatomiche che paiono danzare nello spazio, la ricerca dell’espressione nutrita dalla sua frequentazioni del Realismo fantastico e dei movimenti della figurazione europea. Nell’approccio al Sacro c’è uno scatto ulteriore, nel segno di una ricerca poetica e formale in chiave meditativa. Se negli abbracci delle Madonne col Bambino c’è già in nuce la prefigurazione della croce, nella figura del Cristo l’artista riassume il percorso del dolore dell’intera umanità. Nel volto del Nazareno, Falchi plasma l’espressione della Passione che viene trasfigurata in un Oltre che sa già di Eternità. E quello slancio che va oltre la sofferenza si palesa nel corpo slanciato e luminoso del Risorto. Anche gli angeli guerrieri di Falchi indossano le vesti di una lotta incessante contro il male, con la forza dinamica del gesto, con la potenza e la Speranza che l’artista infonde alla materia e, di riflesso, a noi spettatori del suo lavoro”.