MANTOVA – Tutto pronto per la riapertura del Creative Lab: sabato 5 giugno alle ore 18 l’inaugurazione di una doppia esposizione nelle sue gallerie. Una ripartenza dopo il lungo stop, causa Covid, che ha visto continuare le attività solo sul web.
Protagonisti sono Sara Cimarosti, visual designer e illustratrice che firma dieci ritratti al femminile per la serie “Lei è le altre” per lo spazio TEN, e Alessandro Zanoni, fotografo di fama internazionale, con l’esposizione “Il peso della città. Prospettive orientali” nella Gallery 2.0. L’esposizione resterà aperta, ad ingresso gratuito, dal 5 giugno al 10 luglio, ogni mercoledì e sabato dalle 15.30 alle 18.30.
TEN e Gallery 2.0 sono eventi organizzati da Pantacon con il sostegno del Comune di Mantova e inseriti nel progetto “Virgilio e Dante 4.0” finanziato da Anci Avviso “Sinergie”, promosso dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per le Politiche Giovanili e il Servizio Civile Universale.
“Lei è le altre” comprende dieci ritratti al femminile di donne che per vari motivi hanno per l’artista hanno un significato simbolico. Ognuna di loro rappresenta tante altre donne con cui condividono esperienze o professioni, ma non necessariamente: indicativamente ognuna di queste donne rappresenta un’idea di emancipazione e perseveranza. E soprattutto, sono tutte sono mosse da passione: Alfonsina Morini Strada (1891 – 1959) ciclista, Artemisia Lomi Gentilenschi (1593 – 1656 ca) pittrice, Gaetana (Gae) Emilia Aulenti (1927 – 2012) designer, architetta, Ilaria Cucchi (1974) attivista per i
diritti umani, Irma Bandiera (1915 – 1944) partigiana, Isabella D’este (1474 – 1539) magnate, politica, collezionista d’arte, Margherita Hack (1922 – 2013) astrofisica, divulgatrice scientifica, attivista, Maria Montessori (1870 – 1952) educatrice, pedagogista, medico, filosofa, Leonilde (Nilde) Iotti (1920 – 1999) insegnante, politica, partigiana, Samantha Cristoforetti (1977) astronauta, ingegnere, pilota.
“Il peso della città. Prospettive orientali” vede, invece, protagoniste le fotografie di Alessandro Zanoni: immagini che invitano a riflettere sull’urbanizzazione ipertrofica asiatica quale fenomeno in grado di riassumere i connotati dello sviluppo globale nel nuovo Millennio. I suoi resoconti di viaggio tra i colossi insediativi cinesi documentano la volontà risoluta, grintosa, energica, talvolta polverosa o apparentemente spietata espressa dai giganteschi mutamenti dello skyline metropolitano. Come a Shanghai di Dust Never Sleeps (2015), o in Wuhan Boulevard (2016) nella città poi resa nota dalla pandemia, o a Shenzen di Precarious Life (2018). Una determinazione che appare più vigorosa, a tratti surreale quando lo sguardo si sposta nelle remote lande della
Mongolia Interna cinese. Tra le new towns di Ordos, Hohhot, and Baotou osservate in The Post War Dream (2016). La città come linguaggio che assoggetta, plasma e riunisce il destino dei popoli, dettando le condizioni abitative e di mobilità. La città diventa il luogo ed espressione delle civiltà in ogni dove ed epoca: l’nsieme di caratteristiche che distinguono ciò che è dentro da ciò che è fuori delle mura, e quindi delle possibilità umane. L’esposizione è curata da Steve Bisson di Urbanautica.