SAN BENEDETTO PO – Nell’anno in cui Mantova celebra Giulio Romano, San Benedetto Po, grazie alla collaborazione fra Comune, Parrocchia e l’associazione Amici della Basilica ETS, e con il supporto scientifico di Palazzo Ducale, il 14 settembre inaugura la mostra “IL CINQUECENTO A POLIRONE. Da Correggio a Giulio Romano”.
L’esposizione di San Benedetto Po è un evento che si trova nel programma giuliesco che, da settembre 2019 a giugno 2020, dedica al maestro manierista, un ricco programma di eventi e proposte culturali ideate e organizzate dal Comitato per le celebrazioni che ha raccolto il programma delle iniziative provinciali in un calendario organico e coordinato promosso sul sito www.giulioromanomantova.it
La mostra di San Benedetto Po, che si inserisce perfettamente in questo palinsesto, gode del patrocinio del Comune di Mantova, del Comune di Badia Polesine, della Diocesi di Mantova e della Regione Lombardia e del sostegno di numerosi sponsor che ne hanno permesso la realizzazione.
L’Associazione Amici della Basilica promuoverà un ciclo di conferenze dedicate alla mostra che si terrà in città con il supporto del Comune di Mantova.
Il progetto dell’esposizione è stati spiegato dal curatore Paolo Bertelli durante la conferenza stampa in Comune a Mantova:: “Il Cinquecento a Polirone. Da Correggio a Giulio Romano è una mostra che nasce nel seno delle celebrazioni dedicate a Giulio Romano aperte da un altro grande evento espositivo, ovvero dal focus sui disegni del Pippi e della sua scuola realizzato dal Complesso Museale Palazzo Ducale di Mantova insieme al Musée du Louvre. In un contesto così ricco, degno di essere segnato albo lapillo non era ovviamente possibile ignorare il rinnovamento del complesso polironiano voluto nel corso del XVI secolo per opera del genio del manierismo, realizzato dalla sua bottega e completato da un florilegio di artisti nel corso del secolo. Né poteva esser passato sotto silenzio un altro momento di straordinaria importanza: la presenza al Polirone del giovane Correggio, attivo (guarda caso sempre per volontà di quella figura illuminata che fu Gregorio Cortese) quasi un trentennio prima della stipula del contratto tra il monastero e Giulio Romano. Proprio nel fluire del sedicesimo secolo, da Correggio, a Giulio Romano e oltre (Begarelli, Veronese…) si concretizza il complemento del titolo di questa esposizione”. La mostra si articola in tre sedi: il Refettorio, la Basilica e la Sagrestia, passando dai disegni di Giulio Romano ai dipinti di Correggio e Bonsignori, esplorando la scuola giuliesca ma anche l’arte veneta presente a Polirone, non dimenticando le sculture di Begarelli, le preziose miniature e i raffinati apparati liturgici del Cinquecento.
Un sogno che si avvera
Prosegue Bertelli: “Rimarrà memorabile il rientro, dopo oltre due secoli, del monumentale Cenacolo di Girolamo Bonsignori. Questo viene ricollocato nella nicchia all’interno del grande affresco architettonico in testata al Refettorio Grande per la prima volta dalla sua sparizione avvenuta nel contesto della dominazione napoleonica. È noto, infatti, il suo lungo peregrinare tra Sassuolo e Parigi, prima del più recente approdo a Badia Polesine (dove rischiò, ormai molti anni fa, di essere distrutto in un incendio). Dopo molte generazioni siamo i primi a poter godere del rapporto dialettico tra la tela e la sua enorme cornice dipinta, in un continuum ideale dal Cinquecento, quando l’affresco non era ancora stato scialbato e il dipinto era ancora presente. Questo è un sogno che si avvera”.