Sonnabend Collection Mantova, undici sale per raccontare l’arte contemporanea che ha cambiato il mondo

MANTOVA – Il capoluogo virgiliano apre una nuova pagina della propria storia culturale. Tra le sale completamente restaurate del Palazzo della Ragione, nel cuore del centro storico, prende forma il museo dedicato alla Sonnabend Collection Mantova, una delle più straordinarie collezioni d’arte contemporanea del Novecento. Questa mattina l’anteprima riservata alla stampa ha svelato le 94 opere che da domani saranno accessibili al pubblico, dando vita a un itinerario che ripercorre oltre cinquant’anni di arte attraverso lo sguardo visionario di Ileana Sonnabend.
Un percorso che non è solo esposizione, ma il racconto di un’epoca e di una donna capace di unire America ed Europa, anticipando tendenze e ridefinendo la geografia stessa del sistema dell’arte. Dalle sperimentazioni del Neo-Dada alla forza dirompente della Pop Art, dal rigore del Minimalismo alle riflessioni dell’Arte Concettuale, fino ai linguaggi intensi dell’Arte Povera italiana e alla fotografia contemporanea: la collezione traccia una mappa viva della creatività del secondo Novecento e dei primi anni Duemila.

Con questa apertura Mantova si dota di un museo internazionale, frutto della collaborazione tra il Comune, la Sonnabend Collection Foundation e Marsilio Arte. Una svolta che intreccia la storia di Ileana Sonnabend con quella di una città che, dal rinascimento a oggi, continua a essere un centro propulsore di cultura. A sottolinearne il valore strategico è il sindaco Mattia Palazzi: «Questa inaugurazione rappresenta per Mantova una svolta concreta. Nella storica sede del Palazzo della Ragione, nel cuore della nostra città – già Patrimonio Mondiale dell’Unesco e prima Capitale Italiana della Cultura – apriamo un nuovo museo di arte contemporanea dedicato alla prestigiosa Sonnabend Collection. Portare qui una delle collezioni private più significative al mondo significa inaugurare un nuovo capitolo per la nostra comunità, una città dal grande passato rinascimentale che oggi si proietta con convinzione verso il futuro».
Ma c’è anche un messaggio politico e culturale che va oltre i confini locali: «È un segnale importante per il nostro Paese – aggiunge Palazzi –. Senza un euro dello Stato abbiamo costruito un progetto che dimostra come Mantova, piccola nei numeri, sappia realizzare grandi imprese. Quelle del passato, come la Camera degli Sposi o la Sala dei Giganti, con cui la Sonnabend Collection dialogherà nei progetti futuri, e quelle più recenti: non è un caso che qui siano nati i format delle grandi mostre, da Mantegna nel 1961 a Giulio Romano nel 1989».

Profondo il legame affettivo evocato da Antonio Homem, presidente della Sonnabend Collection Foundation: «Mantova è sempre stato un luogo speciale, visitato insieme a Ileana e Michael e al nostro amico Attilio Codognato circa cinquant’anni fa. Ce ne innamorammo subito. Sono felice che questa mostra racconti non solo la loro storia, ma anche la mia come collezionista». Secondo il direttore artistico Mario Codognato, la collezione restituisce «un intero secolo di trasformazioni sostenuto da una fiducia profonda nella capacità dell’arte di interpretare il presente». E per Luca De Michelis, Ceo di Marsilio Arte, si tratta di «un progetto di straordinaria rilevanza culturale, che rafforza il dialogo tra istituzioni, artisti e pubblico e rinnova l’impegno nella promozione dell’arte contemporanea».

IN UNDICI SALE IL CUORE DELL’ARTE CONTEMPORANEA 

Il percorso espositivo della Sonnabend Collection Mantova si sviluppa in undici sale che accompagnano il visitatore in un racconto cronologico e tematico dal secondo dopoguerra a oggi, restituendo lo sguardo visionario di Ileana Sonnabend e la sua capacità di anticipare le trasformazioni dell’arte tra Europa e Stati Uniti.
Le prime sale introducono le origini della collezione e il passaggio dall’Espressionismo Astratto verso nuovi linguaggi legati alla realtà quotidiana, ponendo in dialogo il versante americano – con artisti come Jasper Johns, Robert Rauschenberg e Cy Twombly – e quello europeo, rappresentato da protagonisti del Nouveau Réalisme e della nuova figurazione italiana come Mario Schifano e Michelangelo Pistoletto.

Segue la sezione dedicata alla Pop Art, movimento che la Sonnabend contribuì a diffondere precocemente in Europa: Warhol, Lichtenstein, Rosenquist e Wesselmann trasformano le immagini della cultura di massa in icone artistiche, mentre Oldenburg e Segal traducono la quotidianità in sculture ironiche e monumentali.
Il percorso prosegue con il Minimalismo e le ricerche concettuali degli anni Sessanta, dove forma, materia e spazio diventano protagonisti. Le opere di Judd, Morris, LeWitt e Nauman testimoniano una riflessione radicale sull’oggetto artistico, presto superata da pratiche che privilegiano processo, fisicità e sperimentazione.
Una sezione centrale è dedicata all’Arte Povera italiana, introdotta da Ileana Sonnabend sulla scena internazionale: Kounellis, Merz, Anselmo, Paolini, Zorio e Calzolari esplorano materiali essenziali, equilibri precari e una poetica del gesto che ridefinisce il rapporto tra opera e spazio. Gli anni Settanta si aprono poi a performance, fotografia e corpo, con artisti come Vito Acconci, Gilbert & George, Boltanski e Baldessari, che fondono identità, memoria e azione in un linguaggio multidisciplinare. A questa fase segue un’ulteriore esplorazione dei linguaggi sperimentali, tra fotografia, video e mise en scène, con nomi come Luigi Ontani, Hiroshi Sugimoto e William Wegman.

Gli anni Ottanta introducono una pittura e una scultura cariche di ambiguità percettiva e tensione psicologica: Fischli & Weiss, Terry Winters, Carroll Dunham e Rona Pondick mettono in discussione i confini tra naturale e artificiale, reale e immaginato. Ampio spazio è dato anche al dialogo tra pittura e fotografia, con autori come Candida Höfer, Elger Esser e Lawrence Beck, che restituiscono paesaggi e architetture come luoghi di memoria e silenzio, aprendo nuove possibilità di visione. La penultima sala affronta il Neo-Espressionismo tedesco con Kiefer, Immendorff e Penck, dove pittura e storia si intrecciano in una riflessione potente su memoria, identità e trauma collettivo. Il percorso si conclude con la Neo-Geo americana e la nuova estetica della cultura di massa: Jeff Koons, Haim Steinbach e Ashley Bickerton trasformano oggetti quotidiani, simboli e superfici industriali in icone lucidamente contemporanee, riflettendo sul consumo e sull’immagine.
A completare l’esperienza, un focus temporaneo è dedicato agli Screen Tests di Andy Warhol, una serie di ritratti filmati che trasformano volti celebri e persone comuni in presenze immobili e ipnotiche, esaltando il confine tra intimità e rappresentazione.

Il progetto allestitivo è curato da unostudio. Sponsor dell’iniziativa è BPER Banca.

Informazioni e biglietteria 

I biglietti sono acquistabili al sito: https://sonnabendmantova.vivaticket.it/
Lunedì, mercoledì, giovedì, venerdì, sabato, domenica: 10:00 – 18:00.
Chiusura biglietteria ore 17:00.
Chiuso il martedì.
Chiuso il 25 dicembre, aperto nelle altre festività.

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