Statua-stele di Barbassolo: nuove ricerche per risolvere il mistero

Da sinistra: Livia Calciolari, Antonio Fucilone e Roberto Archi

BARBASSOLO (RONCOFERRARO) – Ha destato vivo interesse, con una buona partecipazione di pubblico, la presentazione del volume “Da Roncoferraro a Pontremoli: una possibile via delle statue-stele” che si è tenuta sabato scorso a Barbassolo di Roncoferraro, presso l’oratorio parrocchiale. Nel libro dello scrittore roncoferrarese Antonio Gabriele Fucilone, si tratta la vicenda riguardante la testa di marmo incastonata nel campanile dell’antica pieve romanica. Un manufatto che ricorda le statue-stele della Lunigiana.

La statua-stele di Barbassolo

A delineare i contorni della vicenda e a provare a risolvere, almeno in parte, il mistero, lo stesso autore, affiancato dall’assessore alla Cultura del Comune di Roncoferraro Roberto Archi, da Alice Santoro per l’Associazione Culturale “Pensiero e Tradizione” di Mantova, dalla professoressa e storica Livia Calciolari e dall’architetto Nicola Gallo, direttore del Museo delle statue-stele lunigianesi, che ha sede a Pontremoli.

Una ricerca iniziata nel 2012, come ha ricordato Fucilone, figlia di reminiscenze di quasi tre lustri prima, durante una gita scolastica in Lunigiana. Tra le ipotesi c’è quella che la statua di Barbassolo possa essere stata portata in Lombardia dai Liguri, popolazione pre-romana dedita alla transumanza in Pianura Padana. Secondo invece quanto riportò in passato lo storico parroco di Barbassolo padre Pierino Pelati, la statua-stele era da ritenersi la raffigurazione di un idolo legato all’acqua. L’architetto Gallo, giunto appositamente da Massa, ha trattato in maniera molto accurata le vicende delle statue-stele, ritrovate in tutti i continenti, e la Lunigiana è la terra che ne ha il maggior numero in Italia. Tra le tre principali tipologie (quelle del gruppo A risalgono al 3.000 a.C.), la statua di Barbassolo potrebbe far parte del gruppo B, poiché ha la testa a “cappello di gendarme” e tratti più marcati, con la presenza di bocca e naso, assenti in altre rappresentazioni. Per risolvere il mistero, però, andranno compiuti ulteriori studi: saranno necessarie una verifica mineralogica sulla scultura e un’analisi dettagliata dei caratteri.