Suzzara: Cornelia Badelita vince la 52ª edizione del Premio Suzzara

da sinistra: Rosselli, Badelita, Vecchietti, Guastalli, Migliazza

SUZZARA – La 52ª edizione del Premio Suzzara si è aperta questa mattina con una sala gremita presso la Galleria del Premio, in occasione della tradizionale Sagra del Crocifisso, riportando la manifestazione alle sue origini storiche. A trionfare è stata Cornelia Badelita, classe 1982, originaria di Radauti (Romania), con l’opera “Continuu XI”.

Laureata in Grafica d’Arte all’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino, l’artista ha conquistato la giuria con un lavoro di forte intensità visiva e concettuale.

Il Premio della Giuria Popolare è andato a Paolo Migliazza, classe 1988, originario di Girifalco (Catanzaro), con l’opera “Ineluttabili, le fiamme per Moloch”, a cui è stato consegnato un cesto con prodotti tipici locali. Scultore

e collaboratore della Galleria Giovanni Bonelli di Milano, Migliazza ha presentato un lavoro potente e simbolico, che ha saputo coinvolgere il pubblico.

Tra gli artisti menzionati dalla Commissione Giudicatrice, si segnalano: Navid Azimi Sajadi con “Terra di confine”, Matteo Benetazzo con “We were”, Esmeraldo Baha con “Hidden square Spaces to count”, Amy Hoch con “Untitled”, Pedro Henrique Simplicio del Moura con “Demais”

La giuria era composta da Erika Vecchietti, conservatrice del Museo, affiancata da esperti e personalità del mondo dell’arte: Flavio Arensi, Lorenzo Canova, Giovanni Marani, Massimo Mattioli, Luca Melloni, Roberto Pedrazzoli, Lorenzo Respi e Marina Vida, presidente dell’Associazione Amici del Premio Suzzara.

Durante l’inaugurazione, è stato esposto anche il “Gonfalone del Premio Suzzara, anno 1957”, opera dell’artista suzzarese Winkler Campanini, ritrovato in un mercatino da Bruno Melli e donato da Marzio Ferrari di Luzzara, consigliere Conad Centro Nord. Il gonfalone era stato pubblicato sulla copertina del periodico “L’Eco di Suzzara” nel numero di ottobre 2018.

A dare il benvenuto agli artisti, ai cittadini e agli appassionati d’arte è stato il sindaco Alessandro Guastalli, che ha sottolineato l’importanza della giornata e il valore delle opere esposte: “Ho voluto regalarmi una sorpresa scrutando in anticipo le opere e credo sia stato realizzato qualcosa di straordinario. Abbiamo chiesto agli artisti una riflessione profonda su un tema che ci tocca da vicino: la guerra.”

A seguire, l’intervento dell’assessore alla cultura Stefano Rosselli, che ha evidenziato come il tema sia stato interpretato da 119 artisti provenienti da tutto il mondo, dando vita a un’edizione unica per varietà e suggestione. “Un anno fa ci eravamo presi l’impegno di riportare il Premio al centro della Sagra. Oggi possiamo dire: missione compiuta. Il tema della guerra interpetato è stato analizzato da 119 artisti di tutto il mondo che hanno dato grande prova di creatività. Vi presentiamo un’edizione unica sia per la scelta del tema che per la varietà, la suggestione che offrono le opere”.

L’assessore Rosselli ha poi aggiunto: “Le sei sale espositive del museo sono state intitolate a figure storiche legate al Premio: Dino Villani, Cesare Zavattini, Tebe Mignoni, Alberto Lui, Isa Gorreri e Nardino Bottazzi, in un omaggio alla memoria e alla continuità culturale”.

Ad Erika Vecchietti, Conservatrice del Museo, il compito di svelare i nomi dei vincitori le menzioni e di ringraziare l’amministrazione comunale e i volontari della Galleria del Premio per il lavoro svolto.

L’edizione 2025 ha incluso anche tre omaggi speciali: Bruno Canova, nel centenario della nascita, Carlo Dusi, con una selezione di opere del gruppo “Corrente”, Domenico “Memo” Fornasari, con una retrospettiva dedicata all’artista mantovano

A cura di Adrian Botan, è stata inaugurata la nuova sezione della permanente: “Il costo del pane. Arte e impegno al Premio Suzzara 1958–1968”, che racconta una fase di straordinaria densità culturale, tra consumismo, coscienza di classe e tensioni sociali.

Al termin

rante Cavallino Bianco, luogo simbolico dove il Premio nacque nel 1948.

A distanza di 77 anni, sono stati gli studenti e i docenti della sezione Ristorazione, diretti da Fabio Bettegazzi, a rendere omaggio a quella memoria con un menù ispirato ai piatti storici del Cavallino Bianco: Aperitivo “bevr’in vin d’la sagra” con focacceria, “Caplet d’la sagra”, piatto del buon ricordo, Riso con pesce di fiume, Nodini di vitello all’aceto balsamico, in omaggio alla celebre frase di Dino Villani: “un vitello per un quadro, non abbassa il quadro ma innalza il vitello”, Dessert: budino della nonna, dolce simbolo del Cavallino Bianco.