MANTOVA - Una giornata importante sarà quella di martedì prossimo per il Museo Diocesano di Mantova. Alle ore 16.30, presso la sala “Paolo Pozzo” del museo, sarà firmato l’atto di donazione con cui la famiglia Luigi ed Angiola Bianchi donano alla Diocesi una collezione di dodici croci astili, databili dal XIII al XVI secolo, in memoria della figlia Anna, prematuramente scomparsa. Le opere saranno poi presentate al pubblico nella sala arredi al primo piano del Museo.
“Siamo davvero grati e riconoscenti alla famiglia Bianchi per aver deciso di onorare la memoria della figlia Anna con la donazione di questo vero e proprio “tesoro” di opere di oreficeria. Sono tutte splendide, alcune molto rare anche perché dotate di una patina integra. Purtroppo, in molti casi, questo genere di suppellettili di uso liturgico subisce interventi di doratura o argentatura, per renderle adatte al culto, ma queste conservano le loro dorature originali, rendendole ancora più preziose" dichiara don Stefano Savoia, direttore Direttore del Museo Diocesano e dell'Ufficio Beni Culturali della Diocesi di Mantova.
“La croce astile, o processionale, tra gli oggetti liturgici acquisisce un grande valore simbolico, non è semplicemente un ornamento o un’insegna mobile, perché rende visibile che la comunità cammina “dietro a Gesù crocifisso”. Nelle processioni esterne, nei riti iniziali delle liturgie, quando la comunità si raduna e cammina, alzando lo sguardo, vede la croce, e che il suo cammino è orientato. Queste croci, inoltre, per l’alta epoca e la preziosità dei materiali, soprattutto l’oro e in un caso anche pietre semipreziose, rimandano alle croci gemmate, che in epoca paleocristiana e alto medievale esprimevano in modo unitario il mistero pasquale, passione-morte (croce) e resurrezione (oro e gemme) di Gesù. Questa donazione, quindi, non è solo un nobile gesto per ricordare una persona amata, ma è soprattutto un atto di fede nella resurrezione, nella certezza che i nostri cari vivono in Cristo” sottolinea il vescovo di Mantova Marco Busca
Le croci sono state studiate da storici dell’arte che ne hanno individuato epoca e area di provenienza. Un primo temporaneo allestimento tiene conto di questi dati, raggruppando le opere per contesto geografico. Se ne riconoscono almeno quattro principali: abruzzese (botteghe orafe di Sulmona), veneta, toscana, centro italiana. La varietà delle lavorazioni, fusione, cesello, sbalzo, doratura, argentatura e l’evoluzione stilistica dei bassorilievi coprono un arco cronologico che data dal XIII al XVI/XVII secolo. Ogni croce si presenta come un piccolo trattato di spiritualità, con simboli della resurrezione, angeli, immagini mariane, evangelisti e santi. Unite a quelle già presenti al museo, provenienti dalle parrocchie o da altre donazioni, esse costituiranno una delle più importanti ed estese collezioni di croci astili del nord Italia.