Una California dalle mille contraddizioni nel racconto di Costa e Masneri

MANTOVA – Battute, risate, racconti per l’atteso evento di Francesco Costa e Michele Masneri ieri a Palazzo San Sebastiano. Dai racconti dei viaggi degli autori, ad aneddoti particolari per ricordare la Regina Elisabetta, il tema è la sempre più diluita e contraddittoria California.
La California sta vivendo una delle sue moltissime crisi, con una forte inversione di tendenza. Per la prima volta dopo molto tempo gli abitanti diminuiscono. Eppure la California è sempre la stessa, rimane la quinta economia mondiale e con i suoi salari più alti rispetto alla media statunitense, non ci sono motivazioni economiche per andarsene. Quello che comincia a farsi sentire è l’impossibilità della vita quotidiana e l’acutizzarsi di problemi sociali già presenti.Masneri racconta come una delle motivazioni principali di molti intervistati con occhi sognanti era proprio quella di poter finalmente andare fuori a cena o addirittura avere degli amici, cose che in città come San Francisco non si possono fare. La contraddizione Californiana è prima di tutto economica e numerica, offerta elevata e salari alti, ma mancanza di case e prezzi sproporzionati. In un contesto i cui i resti di una casa andata a fuoco vengono venduti in tre giorni per un milione di dollari, si capisce come le abitazioni non possano avere un prezzo sostenibile.

Aspetti economici che influiscono anche sulla cultura, rendendola in parte così distante dalla nostra. Con un costo della vita e dei servizi così alto diventa normalità non vivere da soli o non andare più dal parrucchiere, ne risultano le foto delle celebrità spettinate sui giornali che spesso guardiamo con meraviglia. La libertà che ne consegue è però uno dei punti forti del fascino californiano, una libertà che scaturisce da un problema sistemico. La stessa discordanza si trova nel mito della California come culla del sogno Americano e luogo di realizzazione dei sogni più impossibili. Masneri ironizza sulle centinaia di start-up nate dai progetti di persone più disparate, «ad un certo punto mi ero convinto di aprirne una anche io, volevo creare dei bot per persone su siti di incontri».

La conseguenza di prezzi così alti e delle regole estremamente rigide per la costruzione di abitazioni ha dato vita al fenomeno degli homeless. Il concetto californiano di senza tetto è molto distante però dal nostro. Giovani il cui sogno di gloria è fallito, impiegati di Google con la Porsche parcheggiata fuori dalla tenda che si alzano alla mattina in giacca e cravatta, si incontrano non di rado. La peculiare soluzione del problema è stato spingere queste persone in quartieri isolati, dove tale condizione diventa normalità.

Il confronto si sposta poi sul piano politico, tema centrale nel nuovo libro di Francesco Costa California, in cui contraddizioni e ipocrisia sono ancora più evidenti. La California è uno degli stati più forti e sicuri per il partito democratico, nonchè uno dei pochi dove le riforme non richiedono lunghe discussioni per essere approvate. È anche uno degli Stati in cui i diritti e le libertà personali vengono maggiormente tutelati, si pensi che esiste una legge che permette di girare per strada nudi. Questi due elementi apparentemente positivi però causano in questo contesto un cortocircuito, la mancanza di pluralismo si traduce nell’utilizzo della conflittualità per esprimersi e mettersi in mostra. Emblematico l’esempio che riporta Masneri: «Vedete quella casa con il cartello di Black Lives Matter? Lì di sicuro vive un bianco». In California verrai sempre accettato per il colore della pelle o per l‘orientamento sessuale, ma non se sei repubblicano o magari in sovrappeso.

I californiani non si accontentano però della sola incongruenza interna, spostandosi in massa vanno infatti a”californizzare” i territori nei quali si stabiliscono. Da qui una possibile visione del futuro molto diversa da quella attuale, che la California sembra accelerare. Sembra impossibile immaginare il Texas, baluardo repubblicano, vinto dai democratici nelle elezioni a venire, ma questo potrebbe accadere proprio grazie all’immigrazione californiana.
La California insomma è tutto il contrario di tutto e proprio per questo, mentre si sta svuotando, la sua visone idealizzata aumenta. E noi italiani? Ad una domanda dal pubblico sulla percezione americana sul nostro Paese, Francesco Costa risponde ridendo «Noi partiamo di solito più avvantaggiati, noi comunque ci vestiamo sempre».