MANTOVA Dopo la cerimonia di consegna delle medaglie d’onore ai familiari dei cittadini deportati ed internati nei lager nazisti, che si è tenuta questa mattina al teatro Bibiena con la presenza del Prefetto Carolina Bellantoni, sono proseguiti nel pomeriggio gli eventi istituzionali della Giornata della Memoria.
LA CERIMONIA IN STAZIONE AL BINARIO 1
Al binario 1 sella stazione ferroviaria si è tenuta la consueta commemorazione del Porrajmos, che ha rievocato la persecuzione su base razziale subita dai Sinti e dai Rom. Il ricordo dell’Olocausto è stato accompagnato dalle canzoni della tradizione zigana di Silvan, mentre Carlo Berini ha presentato l’installazione in metallo che sarà collocata alla stazione in ricordo delle deportazioni.
Per il Comune di Mantova ha parlato l’assessore al Welfare Andrea Caprini.
ALLA SINAGOGA IL RICORDO DEGLI EBREI MANTOVANI MORTI NEI LAGER
Alle 16 presso la Sinagoga “Norsa” in via Govi il presidente della Comunità Ebraica Mantovana Emanuele Colorni ha letto i 99 nomi degli ebrei mantovani deportati e deceduti nei campi di concentramento nazisti.
LA COMMEMORAZIONE AL BIBIENA
Nel tardo pomeriggio infine il Bibiena ha ospitato la cerimonia commemorativa della Giornata della Memoria a cui hanno partecipato le autorità cittadine e i consiglieri comunali e provinciali. Dopo l’introduzione del presidente del consiglio comunale Massimo Allegretti, sono intervenuti anche il sindaco Mattia Palazzi e il presidente della Provincia Beniamino Morselli.
“Ringrazio – ha sottolineato Allegretti – il Consiglio Comunale cittadino perché senza incertezze, e senza distinguo, ha concesso all’unanimità la cittadinanza onoraria alla senatrice Liliana Segre. Una scelta e un gesto importante nel momento in cui riaffiorano veri e propri moti d’odio, in varie zone d’Europa, non ultimo anche in Italia. Questo deve indurci ad una riflessione del nostro agire quotidiano. Qualsiasi orientamento politico ha il dovere di rispettare i valori e i confini che la nostra democrazia repubblicana si è data. La senatrice Segre ha attraversato la storia d’Europa dall’abisso più profondo all’aurora che chiede e vuole speranza in un mondo di eguali. L’Europa di oggi sta muovendo i primi passi. Noi figli di questo meraviglioso continente, dalla storia nobile e tragica insieme, dobbiamo farci carico di ciò che siamo stati, per costruire un’Europa che per la prima volta dopo millenni ha deciso di anteporre la pace”.
“Da poco tempo sono state collocate quattro pietre d’inciampo dedicate alle vittime della famiglia Levi in via Principe Amedeo – ha osservato Palazzi – Servono per ricordare il loro sterminio e quello di tante persone che sono state massacrate per un’idea atroce. L’inciampo serve per riflettere su quello che è successo. Quel male può uccidere ancora. L’antisemitismo può riprentarsi, è ancora una realtà da sconfiggere. Ringrazio per il lavoro di educazione alla memoria che si sta facendo nelle scuole”.
La prolusione è stata affidata al professore di Storia moderna presso l’Università di Bologna Valerio Marchetti. Il docente ha affrontato il tema: “Shoah e genocidi”. “Il Novecento – ha detto – è stato un secolo di genocidi e stermini di massa, dei quali l’Olocausto è il più orrendo per il numero delle vittime della furia nazifascista. Gli orrori del ‘secolo breve’ continuano purtroppo ancora oggi”. Marchetti è stato professore ordinario di storia moderna all’università di Bologna dove ha insegnato anche storia dell’ebraismo, ha condotto il seminario di lingua e cultura yiddish, ha istituito la prima cattedra in Italia di storia della shoah e dei genocidi.
I suoi studi di storia moderna sono stati dedicati prevalentemente alla storia del dissenso religioso nell’Europa del sedicesimo e diciassettesimo secolo. La ricerche sulla storia dell’ebraismo in età contemporanea riguardano soprattutto la formazione della storiografia ebraica di lingua tedesca, yiddish e russa.