“Venere Divina” dal 21 marzo a Palazzo Te un programma ricco di mostre ed eventi

Voceri, Palazzi e Baia Curioni

MANTOVA – Presentato questa mattina il programma espositivo 2021 di Fondazione Palazzo Te: “Venere Divina. Armonia sulla terra”: al tavolo dei relatori il sindaco Mattia Palazzi, il presidente della Fondazione Palazzo Te Enrico Voceri, il direttore della Fondazione Stefano Baia Curioni, mentre in collegamento da remoto sono intervenute le curatrici del progetto Francesca Cappelletti e Claudia Cieri Via e l’architetto Piero Lissoni.

Questa lunga stagione pandemica è stata un’occasione per riflettere – ha detto Baia Curioni -, è nata dunque l’esigenza di pensare ad un programma di più lungo respiro, quinquennale e non solo annuale. Un disegno incentrato sull’idea di raccontare Palazzo Te come palazzo del Mito. Nell’immaginare questo compito abbiamo scelto per primo il mito di Venere, per diversi fattori. Si è trattato di una proposta fatta da Francesca Cappelletti, che da tempo aveva in mente un progetto riguardante questa tematica. A Palazzo Te ci sono ben 27 Veneri raffigurate in varie forme, una presenza eccezionalmente forte. Un mito che ha dimensione particolare: nella nostra tradizione rappresenta la bellezza, in quella greca l’armonia tra il cielo e la terra. Abbiamo quindi immaginato un percorso che si articola in tre fasi, che verranno riproposte anche nei prossimi anni. Si partirà in primavera, il 21 marzo, quando illumineremo le 27 Veneri: ci consentirà di avere una visione diversa, assieme alla produzione di un libro, che avrà il compito di raccontarle. Accanto a questo ci sarà la presentazione dell’arazzo cinquecentesco recentemente acquisito da Palazzo Ducale e sempre da Palazzo Ducale una statua che Giulio Romano aveva portato con sé nella prima metà del Cinquecento. Il 21

L’opera “Venere che benda Amore” di Tiziano

giugno un’altra fase: dalla Galleria Borghese di Roma giungerà l’opera di Tiziano “Venere che benda Amore”. A settembre invece ci sarà la mostra “Venere: natura, ombra e bellezza”, nel quale saranno trattati gli aspetti più oscuri del mito, con prestiti internazionali importanti. Ci sarà anche un ricco public program, con diversi appuntamenti che graviteranno attorno a Palazzo Te”. E’ stata ricordata anche l’iniziativa della “Supercard Cultura”, che darà la possibilità a tutti i cittadini della provincia di Mantova di accedere, al prezzo di un euro al mese per 12 mesi, ad alcuni eventi programmati a Palazzo Te e di avere forti agevolazioni per altri.

“Il tema di Venere, come rinascita e ripresa, era un’idea che ci aveva affascinato – racconta Francesca Cappelletti, curatrice del progetto e direttrice della Galleria Borghese -, abbiamo costruito questo progetto, cercando di calare l’idea di questo mito in spazi precisi, nel Rinascimento e alle soglie del Seicento”.

“Questo progetto sembrava una sfida complicata – racconta l’altra curatrice, Claudia Cieri Via -, ma si è rivelata molto interessante. Siamo andati ad individuare questa figura mitologica ricca di sfaccettature all’interno delle decorazioni. In Italia siamo forse abituati a guardare le opere d’arte con superficialità, ma dobbiamo imparare a guardarle con più attenzione, per scoprire molte cose. Giulio Romano ha portato a Mantova tutta la tradizione culturale della Roma del primo Cinquecento, la Roma di Leone X ma anche di Raffaello. Grazie a lui ritroviamo a Mantova la cultura classica, che per Giulio ha voluto dire un’apertura sull’aspetto collezionistico, fenomeno importantissimo che esploderà qualche decennio più tardi. Cercare queste Veneri è anche un modo per imparare a guardare e a capire come le immagini possano essere portatrici di contenuto”.

“La mostra è molto complessa – spiega l’architetto Piero Lissoni, che ha curato l’allestimento con Gianni Fiore -, ma ci ha aiutato molto Palazzo Te, grazie alla presenza formidabile delle opere d’arte. Abbiamo cercato di disegnare e di seguire questo che abbiamo definito “Labirinto d’amore”. Quando abbiamo cominciato a ragionare sul modo più giusto di raccontare Venere, farla vedere e dialogare con tutta questa serie di elementi architettonici, abbiamo pensato che l’unico modo fosse quello di seguire questo labirinto. C’è un palazzo ricco di elementi nascosti, quasi un mondo a sé: abbiamo cercato di lasciarci trasportare e dialogare con questi elementi”.

“Grazie alla Fondazione – dice il sindaco Mattia Palazzi -, con lei abbiamo raccolto questa sfida, cercando di fare gioco di squadra. In una fase complessa come questa, nessuno può fare da solo, e noi abbiamo cercato di gettare il cuore oltre l’ostacolo. Sono orgoglioso di alcune scelte: lo scorso 28 dicembre abbiamo approvato il bilancio preventivo del Comune per il 2021, grazie a questo si è potuto contribuire con 400mila euro a questo progetto. Quella di riattivare la promozione della città attraverso Palazzo Te e le mostre è stata una scelta politica, una nostra convinzione netta. Palazzo Te e la cultura rappresentano un pezzo della nostra attività: in questa fase ogni singolo aspetto che l’Amministrazione può contribuire a stimolare, deve essere rafforzato, perché la cultura è un patrimonio della città anche per i riscontri a livello occupazionale”.

IL PROGRAMMA

Dal 21 marzo 2021, il progetto “Venere Divina. Armonia sulla terra” prodotto e organizzato da Fondazione Palazzo Te e Museo Civico di Palazzo Te, e promosso dal Comune di Mantova con il patrocinio del MiBACT e con il contributo di Fondazione Banca Agricola Mantovana, propone tre mostre e un programma di eventi, esplorando il mito di Venere come rappresentazione del senso di rinascita dall’antichità fino ai tempi moderni.

Il progetto si avvale di un comitato scientifico composto da Stefano Baia Curioni, Francesca Cappelletti, Claudia Cieri Via e Stefano L’Occaso, ed è stato ideato da Fondazione Palazzo Te. Si sviluppa in tre momenti espositivi, da una ricognizione sul patrimonio iconografico di Palazzo Te per arrivare a un’ampia riflessione sulla potenza attuale del mito della dea. Un programma ricco e affascinante che crea incontri con alcuni dei grandi capolavori dell’arte occidentale provenienti da importanti musei europei, dai dipinti di CranachGuido ReniTiziano e Dosso Dossi a sculture, arazzi e libri.

PRIMA TAPPA – IL MITO DI VENERE A PALAZZO TE (21/3-12/12)

La prima tappa si apre con Il mito di Venere a Palazzo Te, che dal 21 marzo al 12 dicembre 2021 consente al pubblico di scoprire le oltre 25 rappresentazioni di Venere, tra stucchi e affreschi, presenti nel Palazzo. Un percorso tra miti e favole antiche, raccolto anche in una guida cartacea e multimediale, che si arricchisce con l’esposizione della scultura Venere velata della collezione del Comune di Mantova, appartenuta a Giulio Romano e conservata presso la Galleria dei Mesi a Palazzo Ducale, e dell’arazzo Venere nel giardino con putti, realizzato da tessitori fiamminghi su disegno dello stesso Giulio Romano, di recente ritornato a Mantova grazie a una complessa operazione d’acquisto condotta dalla reggia gonzaghesca, dalla Direzione Generale Musei del MiBACT e con il sostegno di Fondazione Palazzo Te. Il mito di Venere a Palazzo Te è anche l’occasione per organizzare in primavera un convegno internazionale sul tema di Venere.

SECONDA TAPPA – “TIZIANO. VENERE CHE BENDA AMORE” (22/6-5/9)

Seconda tappa il 22 giugno con l’esposizione Tiziano. Venere che benda Amore, che fino al 5 settembre 2021 porta nelle sale del palazzo mantovano Venere che benda Amore, capolavoro assoluto di Tiziano conservato alla Galleria Borghese di Roma. La tela del maestro cadorino presenta Venere nell’atto di bendare il piccolo Eros appoggiato sul suo grembo, mentre un altro putto, probabilmente Anteros, osserva la scena con aria assorta. Un’opera che si inserisce perfettamente nel progetto Venere Divina e costituisce uno dei vertici della rappresentazione della divinità nel Cinquecento.
In occasione di questa esposizione, nel corso del periodo estivo, l’esedra di Palazzo Te viene ripensata per ospitare momenti performativi e artistici, parte del public program dedicato al tema del mito di Venere.

TERZA TAPPA – “VENERE. NATURA, OMBRA E BELLEZZA” (12/9-12/12)

Ultima tappa del progetto il 12 settembre con la mostra Venere. Natura, ombra e bellezza, a cura di Claudia Cieri Via, che fino al 12 dicembre 2021 indaga le origini del mito e la sua creazione, grazie al recupero cinquecentesco di leggende e di iconografie antiche. L’esposizione dedica parte del percorso alla diffusione del mito nelle corti europee, al legame della divinità con le acque, i giardini e i parchi, e con la bellezza delle donne dell’epoca. Una sezione viene dedicata anche ai “pericoli” di Venere e al legame di maghe e streghe con il culto della dea.