ROMA – “Ho profondo rispetto per il ruolo del Parlamento. Nella riscrittura del Piano sono stati fondamentali i rilievi da voi effettuati durante gli approfondimenti e le discussioni tenute nei mesi di febbraio e marzo e sintetizzate nelle risoluzioni”. Lo ha detto il premier Mario Draghi, rivolgendosi ai deputati nella replica dopo il dibattito sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
“Anche grazie al vostro contributo, il Piano è significativamente diverso da quello che era stato approvato dal Consiglio dei ministri a gennaio. Circa un terzo delle misure (60 su 180) sono o del tutto nuove o profondamente modificate. La parte sulle riforme – pubblica amministrazione, giustizia, concorrenza, semplificazione – è completamente nuova – ha aggiunto -. E’ vero che i tempi per la discussione parlamentare sono stati contingentati, ma abbiamo avuto modo di confrontarci con il Parlamento e i suoi rappresentanti costantemente durante la stesura del Piano, ad esempio durante gli incontri con le forze politiche avvenuti nelle scorse settimane. Abbiamo inoltre incontrato le forze economiche e sociali, le Regioni, le Province e i Comuni”.
“La scadenza del 30 aprile non è mediatica, ma intendiamo rispettarla perchè questo ci permette di avere accesso ai fondi europei il prima possibile – ha sottolineato il presidente del Consiglio -. Le riforme saranno adottate con strumenti legislativi (disegni di legge, leggi delega e decreti legge), nei cui procedimenti di adozione il Parlamento avrà, com’è ovvio, un ruolo determinante nella discussione e nella determinazione del contenuto. Una fruttuosa collaborazione tra il potere legislativo e l’esecutivo è cruciale in questa prospettiva”.
“Noi tutti, Governo centrale e amministrazioni territoriali, siamo chiamati ad attuare una mole di interventi, soprattutto investimenti pubblici, decisamente eccezionale. E’ per questo che il Governo ha in programma un’ambiziosa riforma della pubblica amministrazione e un decreto volto a semplificare e accelerare le procedure – ha evidenziato Draghi -. Agli enti territoriali compete la realizzazione di 87,4 miliardi di investimenti fra PNRR e Fondo complementare, il 40% del totale. Abbiamo ritenuto dare un ruolo centrale a Regioni, Provincie e Comuni nel Piano, anche perchè sono loro ad avere massima contezza delle esigenze dei loro territori, in particolare in ambiti quali la coesione sociale e la sanità”. “Non c’è lo Stato contro gli enti locali – ha proseguito il premier -. Questa sfida si vince insieme. Inoltre, il governo del Piano prevede anche la creazione di squadre di lavoro che possano aiutare le amministrazioni locali e recepire le loro osservazioni e critiche”.
(ITALPRESS).
“Anche grazie al vostro contributo, il Piano è significativamente diverso da quello che era stato approvato dal Consiglio dei ministri a gennaio. Circa un terzo delle misure (60 su 180) sono o del tutto nuove o profondamente modificate. La parte sulle riforme – pubblica amministrazione, giustizia, concorrenza, semplificazione – è completamente nuova – ha aggiunto -. E’ vero che i tempi per la discussione parlamentare sono stati contingentati, ma abbiamo avuto modo di confrontarci con il Parlamento e i suoi rappresentanti costantemente durante la stesura del Piano, ad esempio durante gli incontri con le forze politiche avvenuti nelle scorse settimane. Abbiamo inoltre incontrato le forze economiche e sociali, le Regioni, le Province e i Comuni”.
“La scadenza del 30 aprile non è mediatica, ma intendiamo rispettarla perchè questo ci permette di avere accesso ai fondi europei il prima possibile – ha sottolineato il presidente del Consiglio -. Le riforme saranno adottate con strumenti legislativi (disegni di legge, leggi delega e decreti legge), nei cui procedimenti di adozione il Parlamento avrà, com’è ovvio, un ruolo determinante nella discussione e nella determinazione del contenuto. Una fruttuosa collaborazione tra il potere legislativo e l’esecutivo è cruciale in questa prospettiva”.
“Noi tutti, Governo centrale e amministrazioni territoriali, siamo chiamati ad attuare una mole di interventi, soprattutto investimenti pubblici, decisamente eccezionale. E’ per questo che il Governo ha in programma un’ambiziosa riforma della pubblica amministrazione e un decreto volto a semplificare e accelerare le procedure – ha evidenziato Draghi -. Agli enti territoriali compete la realizzazione di 87,4 miliardi di investimenti fra PNRR e Fondo complementare, il 40% del totale. Abbiamo ritenuto dare un ruolo centrale a Regioni, Provincie e Comuni nel Piano, anche perchè sono loro ad avere massima contezza delle esigenze dei loro territori, in particolare in ambiti quali la coesione sociale e la sanità”. “Non c’è lo Stato contro gli enti locali – ha proseguito il premier -. Questa sfida si vince insieme. Inoltre, il governo del Piano prevede anche la creazione di squadre di lavoro che possano aiutare le amministrazioni locali e recepire le loro osservazioni e critiche”.
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