“Deve essere chiaro che non c’è nessun liberi tutti, la situazione epidemiologica europea non consente passi falsi. A fronte della decisione di alcune Regioni abbiamo con i colleghi Speranza e Boccia avanzato l’idea di aprire su tutta Italia, per equità sportiva e come sperimentazione in vista del prossimo decreto della presidenza del Consiglio”. Questo l’appello di Vincenzo Spadafora dopo il via libera agli eventi sportivi all’aperto di ammettere mille spettatori. I primi riscontri si stanno vedendo a Roma, dove per le semifinali e le finali degli Internazionali d’Italia è permesso l’ingresso di pubblico. La riapertura degli stadi, secondo quanto affermato dal ministro per le politiche giovanili e lo sport al ‘Corriere della Serà, era “già prevista dall’equiparazione dello sport agli eventi culturali”, ma non “per le partite di campionato, considerando anche che mille è un numero simbolico”. Spadafora sottolinea più volte l’importanza nel rispettare le norme anti Covid, nonostante il semaforo verde al delicato tema degli stadi: “Continuiamo a muoverci con la stessa cautela che ci ha consentito di chiudere la scorsa stagione e ripartire ora in sicurezza. Rivendico la prudenza, e nel confronto con gli altri Paesi europei possiamo dire di esserci mossi bene. Nei prossimi giorni daremo una linea anche per Serie B e Lega Pro”. E ancora: “I presidenti delle Regioni hanno margini di intervento – spiega su una possibile presa di posizione da parte dei singoli governatori – Ciò che riguarda tutto il Paese è bene che sia condiviso, e in questo caso lo abbiamo fatto nell’arco di poche ore, anche grazie al fondamentale lavoro di coordinamento del ministro Boccia. Conflitto Stato-Regioni? Più che di conflitto parlerei di cooperazione”. Ma oltre al massimo campionato di calcio “le regole varranno per tutte le discipline, come è giusto che sia”, ammette Spadafora sperando che gli eventi sportivi non saranno più a porte chiuse “con numeri e regole ben precise, dal prossimo Dpcm, dal 7 ottobre”.
(ITALPRESS).
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