“Avevano promesso – ha continuato – l’utilizzo di una piattaforma e di un non meglio precisato operatore bancario privato, aperto alla partecipazione pubblica, per riattivare l’acquisto dei crediti d’imposta”.
“Ora – ha aggiunto Conte – il ministero dell’Economia ammette che di questo operatore e di questa piattaforma non ci sono più tracce. Forse se ne riparlerà a settembre, ci ha detto il ministero, come se alle migliaia di aziende dell’edilizia con l’acqua alla gola fosse concesso pazientare e se mai concedersi una forzata vacanza. Abbiamo anche avuto la dimostrazione – ha proseguito – del totale fallimento del Decreto legge, addirittura ribattezzato ‘Dl cessione crediti fiscalì, che avrebbe dovuto disincagliare i crediti stessi. La prima pagina del Sole 24 Ore del 30 maggio, invece, ci restituisce un dato clamoroso e allarmante: ci sono ancora 30 miliardi di crediti bloccati nei cassetti fiscali. Diciamolo chiaramente: da Draghi a Meloni, di male in peggio! L’Esecutivo Meloni, accompagnato dall’ipocrita slogan ‘non disturbare chi vuole farè – ha aggiunto Conte -, di sicuro non sta disturbando la discesa di decine di migliaia di imprese e dei loro lavoratori nel baratro. Il 17 giugno tutti a Roma per dire #bastaviteprecarie”, ha concluso.
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(ITALPRESS).