Imprese mantovane in calo anche nel 2019: trend negativo da otto anni

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MANTOVA – I dati relativi alla natimortalità delle imprese in provincia di Mantova per l’anno 2019, elaborati dal Servizio Informazione e Promozione Economica della Camera di Commercio di Mantova, evidenziano una flessione del sistema imprenditoriale mantovano, confermando il trend decrescente degli ultimi anni. Nel 2019, infatti, le imprese virgiliane registrano una diminuzione del -0,8%, in controtendenza rispetto sia al dato regionale sia a quello nazionale, pari rispettivamente a +0,6% e a +0,4%.
A livello lombardo si evidenziano performance negative per più della metà delle province, con le sole eccezioni di Milano, Como, Monza Brianza, Brescia e Lodi, mentre Mantova risulta il territorio con il valore più basso.
Nel panorama mantovano, il saldo tra iscrizioni e cessazioni vede le uscite in vantaggio di 340 unità, portando così lo stock delle imprese a 39.618 unità. Il trend negativo è costante dal 2011 e ha generato un decremento complessivo di 3.181 imprese negli ultimi 8 anni; ancor più sensibile è la diminuzione del numero delle imprese attive, passate dalle 39.393 del 2010 alle 35.507 di fine 2019, con una diminuzione di quasi 3.900 unità, a testimoniare la difficoltà crescente delle nostre aziende a rimanere competitive sul mercato.
Occorre tuttavia porre l’attenzione sul cambiamento in atto da più di un decennio all’interno del panorama imprenditoriale, per quanto concerne la natura giuridica. Prosegue, infatti, la crescita delle società di capitali (+2,4%) che costituiscono il 20,9% del totale delle imprese, mentre risultano in calo le società di persone (-1,7%), le ditte individuali (-1,7%) e le “altre forme” (-0,3%). Le società di capitali, quindi, confermano il trend positivo degli ultimi anni, in ripresa di oltre 5 punti percentuali rispetto al dato del 2009, dimostrandosi la forma giuridica probabilmente più adeguata e strutturata per affrontare l’attività economico sempre più complessa e con ampi margini di variabilità.

L’analisi delle attività economiche della nostra provincia mette in evidenza, come già avviene da alcuni anni, la contrazione dei settori più tradizionali: l’agricoltura (-2,8%), la manifattura (-2,6%), le costruzioni (-2,7%), il commercio (-2,3%) e il trasporto e magazzinaggio (-2%); da segnalare nel terziario un calo dei servizi di informazione e comunicazione (-3%). Al contrario, ad accrescere il loro peso nella struttura economica provinciale sono le rimanenti attività dei servizi, in particolare: le attività professionali, scientifiche e tecniche (+5,1%), le attività immobiliari (+1,3%), i servizi di supporto alle imprese (+1,4%), le attività finanziarie e assicurative (+0,6%), le attività artistiche, sportive e di intrattenimento (+0,9%) e la sanità e assistenza sociale (+5,3%). Si evidenzia anche un aumento delle aziende che si occupano della fornitura di acqua, reti fognarie e gestione dei rifiuti (+1,5%) e, tra i servizi, dell’istruzione (+3,7%), anche se la loro incidenza sul totale delle imprese è minima.

Il saldo delle imprese artigiane nel 2019, si conferma negativo (-1,6%), peggiore rispetto al dato nazionale (-0,6%) e a quello lombardo (-0,3%). Anche per le imprese artigiane la nostra provincia si colloca in ultima posizione rispetto agli altri territori lombardi, tutti con segno meno con la sola eccezione di Milano e Monza Brianza.
Per l’artigianato si evidenzia un calo per la quasi totalità delle attività: il manifatturiero (-3,7%), le costruzioni (-3,3%), il trasporto e magazzinaggio (-4,4%), la riparazione di autoveicoli e motocicli (-2,3%), la trasformazione alimentare (gelaterie, gastronomie, pizzerie, ecc.) (-0,3%), le attività tecniche come fotografi, grafici e collaudatori (-1,9%) e l’agricoltura (-1,6%). In crescita, al contrario, i servizi di supporto alle imprese (+1,5%).