La burocrazia costa alle imprese mantovane 424 milioni di euro l’anno

MANTOVA – La cattiva burocrazia continua a rappresentare un macigno per il sistema economico italiano, soprattutto per le piccole e medie imprese. A denunciarlo è l’Ufficio Studi della Cgia di Mestre, che nel suo ultimo report ha stimato in 57,2 miliardi di euro l’anno il costo complessivo che le aziende italiane sostengono per la gestione dei rapporti con la Pubblica Amministrazione.
Un peso enorme, fatto di ritardi, procedure complesse, richieste ridondanti e lentezze amministrative che frenano la produttività e scoraggiano gli investimenti.
Per quantificare l’impatto a livello territoriale, la Cgia ha incrociato i dati del Pil delle 107 province italiane con la stima complessiva del costo burocratico, calcolando così il danno economico generato da inefficienze e lentezze amministrative per ciascun territorio.

Come prevedibile, la classifica è guidata dai grandi centri economici: Milano è in testa con 6,1 miliardi di euro, seguita da Roma (5,4 miliardi), Torino (2,2) e Napoli (1,9).
Le aree a più forte concentrazione industriale e commerciale sono dunque quelle che più risentono del peso della burocrazia.

Mantova al 35° posto: la burocrazia costa 424 milioni

Guardando ai dati provinciali, Mantova si colloca al 35° posto in Italia per costo economico imputabile alla cattiva burocrazia.
Secondo le elaborazioni Cgia, il Pil provinciale ammonta a 14,8 miliardi di euro, pari allo 0,7% del totale nazionale. Rapportando questa incidenza al costo complessivo stimato per il Paese, emerge che le imprese mantovane spendono ogni anno circa 424 milioni di euro per gestire la complessa macchina amministrativa pubblica. Un valore che, seppur lontano dai picchi delle metropoli, resta significativo per un tessuto produttivo fortemente legato all’artigianato, all’agroalimentare e alla manifattura meccanica, dove le piccole imprese rappresentano la maggioranza e spesso non dispongono di risorse dedicate per districarsi tra scartoffie e adempimenti.
«La burocrazia – sottolineano dalla Cgia – continua a essere uno dei principali ostacoli alla competitività delle nostre imprese. Troppo spesso i rapporti con la Pubblica Amministrazione si trasformano in una corsa a ostacoli, tra modulistiche complesse, autorizzazioni che richiedono mesi e procedure digitali ancora frammentate».
Il peso della burocrazia non si misura solo in termini economici ma anche di tempo e opportunità perse: per ogni ora spesa in adempimenti amministrativi, si sottrae tempo al lavoro produttivo e all’innovazione.