Tetto al prezzo del gas: perché in Spagna e Portogallo c’è

Spagna e Portogallo da alcuni mesi hanno fissato un tetto temporaneo al prezzo del gas portandolo a 40 euro per Megawattora.

PREZZI AMMINISTRATI DEL GAS: COME FUNZIONANO IN SPAGNA E PORTOGALLO

  • Il gas per generare elettricità viene pagato 40€ a MW/h, la differenza tra questo tetto e i prezzi TTF (la borsa di Amsterdam) la mette lo stato
  • In questo modo si abbatte il presso dell’elettricità, legato al prezzo del gas naturale
  • Questo meccanismo costerà a Spagna e Portogallo 8,4 miliardi di euro per un anno
La soglia è stata provvisoriamente fissata a 40 euro al Megawattora: se le aziende energetiche spagnole e portoghesi acquistano il gas a prezzi più elevati – oggi alla borsa di Amsterdam ha stabilito il nuovo record di 339 euro al Megawattora – vengono compensate quotidianamente dallo Stato. Un meccanismo che vale per il gas che viene bruciato per generare elettricità. Così cala pure il prezzo dell’elettricità che in Spagna costa meno di un terzo rispetto a quanto viene venduta in Italia, Francia e Germania, visto che – per il meccanismo del prezzo marginale – il valore del gas determina anche quello dell’energia elettrica.


ELETTIRICITA’ (PREZZO GIORNALIERO € per MW/h)

FRANCIA     645,54 €
ITALIA        637,76 €
GERMANIA  624,34 €
SPAGNA      186,95 €

Spagna e Portogallo pagheranno 8,4 miliardi di euro alle aziende energetiche per coprire la differenza tra il tetto e il prezzo di mercato.

PERCHE’ SOLO SPAGNA E PORTOGALLO

I governi di Madrid e Lisbona hanno potuto chiedere e ottenere la fissazione di un tetto ai prezzi del gas grazie a un accordo raggiunto al Consiglio europeo nel marzo scorso. La Ue avevano riconosciuto la “eccezione” iberica caratterizzata da bassissimi livelli di interconnessione energetica con il resto del Continente, con un tasso di scambio inferiore al 3%. Un fattore che aveva reso la crisi del caro bollette ancora più dura per le famiglie e le imprese della Penisola. Da qui la possibilità di prendere provvedimenti in deroga alle regole europee sulla libera concorrenza, come appunto la fissazione di un tetto sulle tariffe.
La Commissione ha valutato che la misura non viola le norme dell’Ue sugli aiuti di Stato, in particolare per un articolo del trattato “che consente agli Stati membri di concedere aiuti a imprese o settori specifici per porre rimedio a un grave turbamento dell’economia”.
Per la Commissione, inoltre l’intervento è “appropriato, necessario e proporzionato”, “ha carattere strettamente temporaneo in quanto si applicherà solo fino al 31 maggio 2023”, “riduce al minimo le distorsioni della concorrenza ed evita possibili impatti negativi sul funzionamento dei mercati elettrici a pronti e a termine”, e infine “non comporta alcuna restrizione transfrontaliera al commercio o discriminazione tra consumatori iberici e non iberici”.