“Ammontano a circa 19 miliardi di euro i crediti di imposta derivanti dai bonus edilizi attualmente incagliati a causa del blocco del mercato dei crediti. E’ evidente che trovare una soluzione per poterli sbloccare debba essere una priorità per governo e operatori del settore, per poter evitare effetti disastrosi per imprese, professionisti e cittadini”. Lo dice all’Adnkronos/Labitalia Mirco Mion presidente Agefis (Associazione geometri fiscalisti).
“Si tratta, infatti, di una enorme massa di crediti – commenta – bloccati nei cassetti fiscali delle imprese, che non riescono a cederli alle banche che hanno raggiunto i rispettivi limiti di acquisto. Con queste premesse, aggravate dal fulmine a ciel sereno del blocco a cessioni del credito e sconti in fattura, introdotto con il decreto-legge 11/2023 del 17 febbraio scorso, si è svolto lunedì 20 febbraio l’incontro fra governo e associazioni di categoria di banche e imprese di costruttori”.
“Le proposte emerse da questi incontri – osserva – per sbloccare i crediti pregressi sono sostanzialmente due. La prima, più plausibile e più facilmente attuabile, prevede la possibilità di concedere al sistema bancario di compensare i crediti derivanti dai bonus edilizi con i modelli F24 presentati dai loro clienti per effettuare i pagamenti. Grazie a questa soluzione, le banche potrebbero liberare capienza e quindi riprendere l’acquisto dei crediti che al momento sono bloccati nei cassetti fiscali di imprese e contribuenti. La seconda proposta sarebbe, invece, quella di cartolarizzare i crediti, ovvero di venderli ad una società che, per pagarne il prezzo di acquisto, emetta dei titoli obbligazionari”.
Per il presidente Mion, “è importante ricordare anche la possibilità che vengano introdotti correttivi a quanto indicato nel decreto-legge 11/2023: le norme, infatti, essendo inserite in un decreto-legge, dovranno essere convertite in legge. Durante l’iter parlamentare di conversione sono possibili alcune modifiche, come ad esempio la data di blocco delle cessioni, ad oggi fissata al 16 febbraio, o la parziale riapertura delle cessioni dei crediti per le situazioni più delicate, come i lavori di Sismabonus”.
“E’ certamente auspicabile – sottolinea – che venga trovata una soluzione efficace, nei tempi più rapidi possibile, per sboccare i crediti incagliati e far ripartire il mercato delle cessioni, ridando respiro alle imprese e ai professionisti che ormai da mesi vivono una situazione di stallo non più sostenibile”.
“Allo stesso modo – suggerisce – dopo aver sistemato il pregresso, si deve pensare ad una soluzione per il futuro con lo scopo di evitare il blocco totale del mercato dei bonus edilizi, che avrebbe conseguenze drammatiche per tutta la filiera e comprometterebbe irrimediabilmente il processo di riqualificazione energetica e sismica del Paese”.