MANTOVA – di RICCARDO LONARDI – L’overdose di notizie sul Covid-19, la clausura forzata, la drastica interruzione del dialogo sociale a fronte di splendide giornate di sole, che anziché sollevare l’animo assumono un aspetto punitivo per ricoverati e autoreclusi, mettono a dura prova la psiche umana. La focalizzazione persistente dei media sul Covid-19 con ampi corollari di approfondimenti e statistiche non fanno che esasperare la psicosi di larga parte della popolazione. Eccetto, mi suggerisce un amico, delle “persone senz’anima”: i criminali che sfidano il virus, approfittano del panico generalizzato, dell’impegno delle forze dell’ordine nel controllare i trasgressori dell’autoreclusione e nella consegna di medicine e cibi a gente sola, per perpetrare furti saccheggi rapine. Convergenza di fattori favorevoli per la mafia, necessitando le attività produttive di ripartire.
Quadro pesantemente aggravato dai talk show delle tv che altro non fanno che incrementare il panico dei telespettatori forzati.
Io vorrei invece focalizzare l’attenzione del lettori su ciò che di positivo emerge dalla tragedia virale. Osserviamo la natura dopo il blocco delle attività umane. Azzerato lo smog. Si percepiscono più accentuatamente i profumi della primavera. Crescono fiori e verde nelle aiuole vilipese dall’inciviltà della gente. Ricompaiono sulle piante dei paesi, perché la campagna è desertificata dalle colture intensive ed estensive, uccelli che sembravano scomparsi. Un picchio fa il nido su un albero contiguo ad una casa, evento che era improbabile perché ha sempre preferito i boschi. Cinciallegre che tendono a diventare stanziali. Una rondine in avanguardia anticipata. A Venezia laguna con acque trasparenti. Sono ricomparsi i pesci nelle calli scomparsi da molti decenni.
Non sono segni di speranza? Anzi, io dico segni di resurrezione della natura. È una grande lezione. Diamo quindi adito alla speranza di un mondo veramente nuovo dopo la tragedia del Covid-19.