20 anni di euro, Alberto Grandi: “Bilancio positivo e un’Europa che potrà compiersi solo con una secessione”

MANTOVA – ll primo gennaio scorso l’euro ha compiuto 20 anni.
In verità l’euro è stato introdotto il 1° gennaio 1999 come moneta virtuale, utilizzata dalle banche e dai mercati finanziari. Ma per gli abitanti di 12 Paesi europei tra cui l’Italia è diventata una vera e propria moneta il 1° gennaio 2002, quando banconote e monete sono entrate in circolazione.
Sono stati due decenni in cui la moneta unica ha superato diverse crisi ma che, come sottolinea Alberto Grandi, docente mantovano al Dipartimento di Scienze economiche e aziendali dell’Università di Parma, l’hanno vista comunque affermarsi come una delle monete più importanti sul sistema internazionale. “Già questo è un bilancio sicuramente positivo. Inoltre l’euro ha dato stabilizzazione al mercato di un’area quale l’Europa caratterizzata dal libero scambio che non poteva più non avere una moneta unica visto che il sistema a cambi fissi non funzionava”.
L’euro per l’Italia valeva 1.936,27 lire. Gli italiani hanno accolto in larga parte favorevolmente l’arrivo della nuova moneta anche se non per tutti, soprattutto per i più anziani, è stato facile abituarvisi. Eppure c’è sempre stato chi ha sostenuto che per l’Italia l’euro ha portato più svantaggi che vantaggi
Chi faceva e fa questi discorsi di solito tira in ballo la svalutazione della Lira, una scorciatoia con cui l’Italia ha cercato di campare per decenni alla meno peggio. Si diceva che svalutando la Lira si rendevano i nostri prodotti più competitivi ma il paradosso è che proprio sotto gli effetti voluti di questo sistema si faceva perdere in realtà competitività alle nostre imprese.
La pressochè continua svalutazione della nostra moneta ha avuto come risultato una spinta dell’inflazione, che ha portato inoltre a erodere mano a mano il potere d’acquisto degli italiani.
Con l’Euro invece la competitività si misura in produzione e innovazione, due variabili che spesso hanno rappresentato una debolezza delle imprese italiane, a prescindere dall’euro.
Con il cambio 1 euro uguale a 1.936,27 lire si è detto però che l’Italia ha adottato la nuova moneta in una posizione di handicap e per questo Romano Prodi è finito molte volte sul banco degli imputati accusato di aver fatto dimezzare i risparmi degli italiani.
Il valore di una valuta lo stabilisce il mercato e questo è quanto è avvenuto. E grazie all’euro siamo riusciti a raggiungere una stabilità dei prezzi, un obiettivo importante che prima non avevamo mai centrato.
Stabilità dei prezzi ma nel corso dei 20 anni perchè all’inizio c’è stato un aumento sproporzionato dei prezzi dei beni di consumo non commisurato all’aumento degli stipendi e quindi molte famiglie si sono davvero trovate in difficoltà.
Questo c’è stato perchè è mancato il controllo sui fenomeni inflattivi del governo di allora (governo Berlusconi ndr), la mancata vigilanza è stata una scelta politica che ha avvantaggiato una parte dei cittadini come ad esempio i commercianti.
Poi la stabilità è arrivata e se ci pensiamo era dal 1973, con la prima crisi petrolifera che l’Europa andava alla ricerca di questa stabilità. Pensiamo a cosa sarebbe accaduto in questi anni, con la crisi del 2008, o anche oggi con l’impennata dei costi dell’energia. Saremmo in balia dell’inflazione che sarebbe tornata a schizzare. Ma del resto basta guardare a cosa sta succedendo in Turchia con inflazione che su base annua è salita del 36% e con la Lira turca che ha perso il 44% del suo valore rispetto al dollaro.
Continua però, come evidenziano anche molti economisti, il problema di avere una moneta senza Stato, e una unione monetaria senza unione fiscale. Anzi ci sono importanti diversità nella tassazione delle persone fisiche e soprattutto delle imprese che si traduce con un costo rilevante del sistema produttivo europeo
Non c’è Stato senza una moneta e mi verrebbe da dire se non ora quando? Lo Stato nazionale con la sua sovranità ha sempre una sua forza ma non vedo alternative al completamento di questo processo.
Sinceramente la vedo difficilissima a maggior ragione in questo momento con posizioni sovraniste di molti Paesi dell’Est Europa che non si fanno alcun problema nemmeno a calpestare le leggi e i valori su cui è costruita l’architettura democratica dell’Europa
Sono convinto che non sarà un passaggio facile. Del resto se pensiamo alla Storia degli Stati Uniti d’America vediamo che sono arrivati a una unità politica attraverso una guerra di secessione. Fin per carità non penso proprio che in Europa arriveremo a una guerra ma una unione politica probabilmente dovrà passare attraverso una secessione se è vero che l’Europa è costruita su valori quali la democrazia, la tolleranza, il rispetto e questi saranno i valori che dovranno accompagnare una unione politica.
Quei valori simboleggiati dai ponti e dalla porta raffigurati sulle banconote che Ursula von der Leyen ha detto che sono proprio gli emblemi dell’euro “che costruisce ponti tra gli europei e ci apre le porte del mondo”. Ma quali saranno le sfide della moneta unica in un’Europa senza più Angela Merkel e senza sapere ancora quale sarà il destino di Mario Draghi?
Credo che l’euro non possa più essere reversibile e, anche se in questo momento Mario Draghi è l’uomo forte dell’Europa, sono convinto che l’Europa potrà essere forte se la Germania continuerà a sua volta ad esserlo e ad avere una leadership altrettanto forte. Sarà importante dunque vedere come si comporterà il governo tedesco. Certo Draghi continuerà comunque ad essere un emblema di questa Europa i cui destini credo però continueranno a giocarsi sull’asse franco-tedesco, così come è sempre stato. D’altro canto non dimentichiamo che la Ceca, la Comunità europea del carbone e dell’acciaio che fu il primo passo verso la costruzione dell’Europa unita, aveva come obiettivo la creazione di un mercato comune del carbone e dell’acciaio che all’epoca rappresentavano le basi della potenza industriale di Francia e Germania.