PEGOGNAGA – DI RICCARDO LONARDI – 23 aprile 1945. Intorno alle 16 circola sempre più insistente voce in paese che gli Angloamericani stiano per entrare in territorio pegognaghese con pattuglie e carrarmati. Per facilitarne l’arrivo e nel contempo dare lustro alle locali bande partigiane, Vincenzo Lasagna, comandante della Sap pegognaghese (diverrà sindaco dal dicembre 1947 al luglio 1957, n.d.r) dà luogo al progettato rastrellamento di fascisti e tedeschi di stanza a Pegognaga.
Le Brigate Nere acquartierate nella Scuola di Avviamento Professionale sono colte di sorpresa. Il gruppo di partigiani, accresciuto nel frattempo di numero, essendo giunti rinforzi da Gonzaga, Suzzara e Motteggiana, accerchia poi l’isolato della Bagna, dove si annida il grosso dei tedeschi, sequestra armi e munizioni, cattura la ventina di teutonici, che conduce in piazza Vittorio Veneto affollata di gente esultante. Li rinchiude nello scantinato della casa del fascio (oggi Centro Culturale Livia Bottardi Milani e biblioteca comunale, n.d.r.).

Aumentando però il numero dei catturati, come prigione viene scelto lo scantinato più capiente dell’asilo infantile. Scelta, che ha il sapore di beffa per i seguaci di Mussolini, essendo l’asilo dedicato alla madre del Duce, Rosa Maltoni Mussolini.

Frattanto giunge da Moglia, percorrendo viale San Lorenzo una colonna di soldati americani con moto, camionette e qualche cingolato. Ad accoglierli in paese uomini, donne, ragazzi e bambini, tenuti a bada dai partigiani del 125° distaccamento con il fazzoletto rosso al collo.
La folla applaude, mentre qualche donna getta fiori ai soldati d’Oltremare, molti dei quali di colore, che offrono sigarette agli uomini e cioccolata e caramelle a donne e bambini. Un ufficiale americano, che biascica l’italiano, figlio d’emigrati, conferisce con il comandante della SAP, Lasagna. Gli chiede se ci sono prigionieri e in caso di conferma di ispezionarli. Il capo-partigiano acconsente, accompagnando l’ufficiale allo scantinato dell’asilo.
Intanto per tutto il paese é festa grande. Spontanea. Si respira aria nuova. Il giorno dopo i soldati tedeschi imprigionati nell’asilo vengono caricati su un paio di camion e condotti alle prigioni di Mantova. I fascisti catturati invece rimarranno ancora diversi giorni segregati nella “prigione Rosa Maltoni Mussolini”.
Riccardo Lonardi
Comments are closed.