25 aprile 1945, gli Alleati entrano a Mantova mentre a Villa Garibaldi le bombe fanno l’ultima strage

25 aprile 1945, gli Alleati entrano a Mantova ma a Villa Garibaldi le bombe fanno l'ultima strage

MANTOVA – La Liberazione di Mantova coincide proprio con il 25 aprile. Fu in quel giorno infatti del 1945 che gli Alleati entrarono nel capoluogo virgiliano, e così pure a Parma e a Verona. Il giorno prima i reparti britannici e neozelandesi avevano attraversato il Po mentre il 23 aprile gli americani avevano liberato Reggio Emilia e i britannici, Ferrara.
La seconda guerra mondiale era finita e così le devastazioni e gli eccidi che il Paese aveva conosciuto dopo l’8 settembre 1943.
Non per tutti i mantovani però il 25 aprile di 77 anni fa fu un giorno di festa. Non per gli abitanti di Villa Garibaldi, frazione di Roncoferraro. Qui, come ricorda nei suoi libri il compianto giornalista e scrittore Renzo Dall’Ara, “quando le avanguardie della V Armata alleata avevano già attraversato il paese durante la notte, dirette verso Mantova, e i tedeschi si erano precipitosamente ritirati, facendo saltare i depositi di munizioni sparsi tra Bazza, Gazzo e Cadè. Alle finestre e dov’era possibile, gli abitanti avevano esposto quel che avevano di bianco, lenzuola e altro. Inutilmente, purtroppo: alle 8 della mattina, quattro cacciabombardieri arrivavano a bassa quota liberandosi del carico di bombe sull’abitato”. Il bilancio fu di 27 morti, 20 edifici distrutti e 35 danneggiati, compresa la chiesa e la canonica”.
Non era finita, di li a pochi giorni, il 30 aprile 1945, proprio la provincia mantovana vide l’ultima battaglia combattuta sul suolo italiano: teatro fu il Monte Casale – nei pressi di Ponti sul Mincio – dove venne stanata una colonna di SS, soldati tedeschi e italiani della Repubblica Sociale rifugiatisi sulla sommità della collina, in ripiegamento dalla linea del Po e diretta verso nord. Individuati da un gruppo di partigiani locali, a cui presto si aggiunge il supporto degli Arditi e di alcuni soldati americani, i nazifascisti vengono costretti alla resa dopo uno scontro durato molte ore, al termine del quale si contarono numerose vittime anche tra civili e patrioti.

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