MANTOVA – 330mila famiglie lombarde (il 7,2% del totale), espressione di 716mila persone, versano in condizioni di povertà energetica. A dirlo è l’indagine dell’Ufficio Studi della CGIA di Mestre, che fotografa una situazione di difficoltà per una porzione importante del Paese.
2,4 MILIONI LE FAMIGLIE ITALIANE IN DIFFICOLTA’
Sono quasi 2,4 milioni in totale le famiglie italiane in povertà energetica, Stiamo parlando di 5,3 milioni di persone che nel 2023 vivevano in abitazioni poco salubri, scarsamente riscaldate d’inverno, poco raffrescate d’estate, con livelli di illuminazione scadenti e con un utilizzo molto contenuto dei principali elettrodomestici bianchi (frigorifero, congelatore, lavatrice, lavastoviglie, asciugatrice). I nuclei familiari più a rischio sono costituiti da un elevato numero di persone che si trovano in condizioni di disagio economico e le abitazioni in cui vivono sono in cattivo stato di conservazione. A livello territoriale la situazione più critica si verifica in Calabria, dove il 19,1% delle famiglie, composte da quasi 349mila persone, si trovava in condizioni di povertà economica. Seguono la Basilicata (17,8 per cento) il Molise (17,6 per cento), la Puglia (17,4 per cento) e la Sicilia (14,2 per cento). La Lombardia si piazza al centro della classifica, al 12° posto.
ALLARME MICRO IMPRESE
La ricerca evidenzia anche come le micro imprese (attività con meno di 10 dipendenti e un fatturato o bilancio annuo inferiore ai 2 milioni di euro), che costituiscono il 95% del totale delle attività economiche presenti nel Paese in cui è impiegato, al netto del pubblico impiego, il 42 per cento circa degli addetti, nel primo semestre del 20242 abbiano pagato l’energia elettrica oltre due volte e mezzo in più delle grandi imprese (pari al +164,7 per cento). Se agli artigiani, ai piccoli commercianti e alle piccolissime imprese con consumi inferiori ai 20 MWh all’anno il costo ha raggiunto, al netto dell’Iva, i 348,3 euro al MWh, le grandi imprese, con consumi che oscillano tra i 70mila e i 150mila MWh all’anno, hanno pagato “solo” 131,6 euro al MWh.
Un allarme che è stato lanciato nelle scorse ore anche dalla Cna, che ha spiegato come “il decreto per alleggerire le bollette escluda la platea degli artigiani e delle micro imprese. In attesa di conoscere il testo del provvedimento, il contributo straordinario attraverso il taglio degli oneri generali di sistema riguarda esclusivamente le imprese con potenza disponibile pari o superiore a 16,5 KW/h. Si tratta di un intervento che esclude gran parte delle micro e piccole imprese che operano nei servizi alla persona e alla comunità: parrucchieri, autoriparatori, lavanderie, eccetera”.
LE BOLLETTE PIU’ CARE DELL’EUROZONA
Del resto il prezzo dell’energia elettrica in capo alle micro imprese italiane, ribadisce lo studio della CGIA di Mestre, è il più alto di tutti. Se in Italia nel primo semestre del 2024 il costo in euro per MWh era di 348,3, la media dei 20 Paesi monitorati dall’Eurostat ha toccato i 294 euro: per l’Italia è il 18,5 per cento in più. Tra i nostri principali competitor, ad esempio, il costo per le piccolissime imprese è superiore a quello tedesco del 5,8 per cento, al francese del 38 per cento e allo spagnolo del 43,2 per cento. Rispetto agli altri Paesi europei, ad appesantire le nostre bollette della luce sono, in particolare, il peso delle tasse e degli oneri che da noi incide, sul costo al MWh, per il 18,4 per cento, contro il 14,7 in Germania, l’8,5 per cento in Spagna e il 3,5 in Francia. L’incidenza media presente nell’Eurozona è del 9,6, poco meno della metà della quota presente in Italia. Se invece la comparazione la si fa tra piccolissime e grandi imprese italiane, con il costo totale dell’energia elettrica pari a 100, l’incidenza delle tasse/oneri e anche dei costi di rete5 in capo alle micro è tre volte superiore a quella riconducibile alle grandi realtà produttive.
LUCE E GAS: PREZZI IN AUMENTO NEL 2025
Rispetto ai dati medi registrati nel 2023, si legge nella ricerca della CGIA, l’anno scorso sia il prezzo del gas (-13,8 per cento) sia quello dell’energia elettrica (-14,6 per cento) hanno subito una sensibile contrazione. Tuttavia, a partire dagli ultimi mesi del 2024 sino ad oggi, i prezzi sono tornati a salire costantemente; la media dei primi 25 giorni di questo mese evidenzia che il costo medio del gas naturale ha toccato i 54 euro per MWh, mentre quello dell’energia ha raggiunto i 152 euro per MWh. Se si confrontano questi dati con quelli relativi allo stesso mese del 2024, il primo è cresciuto del +93 per cento, il secondo del +73 per cento. Certo, nulla a che vedere con i picchi massimi toccati ad agosto del 2022 quando il gas raggiunse i 233 euro e l’energia elettrica i 543 euro.