70 anni tv, quando a Mantova la si guardava in bar e oratori. E per ripararla si andava da Cialento

MANTOVA – La serie televisiva “Raccontami” andata in onda sulla Rai nel 2006 e 2008 cominciava con la nascita di Carlo, il più piccolo dei protagonisti, avvenuta proprio il 3 gennaio 1954, giorno in cui la Rai iniziò il suo regolare servizio di trasmissioni televisive.
70 anni sono passati da quel giorno, quando l’annunciatrice Furia Colombo fece entrare per la prima volta la tv nelle case degli italiani. Di li a poco anche una bellissima ragazza mantovana, Emma Danieli di Buscoldo, sarebbe entrata nel magico gruppo delle “signorine buonasera” a fianco della stessa  Colombo, di Nicoletta Orsomando, Maria Teresa Ruta, zia dell’attuale conduttrice, Marisa Borroni, Nives Zegna, e Annie Ninchi
Era un’Italia povera, semianalfabeta, dove i segni lasciati dalla guerra erano ancora tangibili, ma dove si respirava una voglia di cambiamento che, vista col senno di poi, prefigurava a quel miracolo economico che si sarebbe concretizzato di lì a pochi anni.
La comparsa del piccolo schermo fu dirompente anche nelle vite dei mantovani. Ma la televisione negli anni ’50 era un bene di lusso che pochissimi potevano permettersi. E allora ecco che i bar, le osterie, i teatri o le case delle persone più abbienti diventavano dei luoghi per visioni di gruppo. C’erano un televisore o due più o meno in ogni paese della provincia, in città tra i primi posti  dove la televisione arrivò  vi fu l’Osteria La Nuova Genova o quella al Pompilio che era ubicata nell’attuale palazzina della Croce Rossa. La programmazione iniziale era limitata a poche ore: la tv dei ragazzi al pomeriggio, il telegiornale e il programma serale, solitamente un film, uno sceneggiato a puntate, un quiz o uno spettacolo di varietà.
Tutti al bar a vedere  soprattutto ‘Lascia o raddoppia’ nato nel 1956 (c’era chi andava a occupare il posto anche due ore prima), o la ‘Domenica Sportiva’, il ‘Musichiere’, il Festival di Sanremo mentre nel 1957  arriva la pubblicità in tv con il mitico ‘Carosello’, dopo il quale i bambini dovevano andare rigorosamente a nanna. Insomma un mondo lontano che rimase così ancora per poco perché proprio quel piccolo schermo sarebbe stato destinato a cambiare il mondo.

Ma ecco quel che accadeva a Mantova e provincia nelle testimonianze di chi, da bambino, ha vissuto quei primi straordinari anni della televisione italiana, o come allora si diceva del “Canale nazionale”.

Sandro Signorini: a casa mia la tv arrivò nel 1955 e tutte le famiglie della palazzina venivano da noi a guardarla. Per riparare gli apparecchi allora si andava da Cialento

“La mia famiglia si è trasferita in viale Belgioioso, nella zona vicino all’ospedale in città, nel 1954. Abitavamo nella cosiddetta “palazzina dei bancari della Banca Agricola Mantovana” e e siccome la televisione non ce l’avevamo, andavamo a vederla all’Osteria del Pompilio che che era ubicata dove oggi c’è la sede della Croce Rossa Italiana” spiega l’avvocato Sandro Signorini, esperto di cultura e tradizioni mantovane che ci racconta come un altro luogo dove il piccolo schermo arrivò quasi subito fu l’Osteria Nuova Genova a Fiera Catena perfettamente descritta nel suo ultimo libro “Osterie mantovane”, letteralmente andato a ruba.
Mi ricordo che al Pompilio c’era un porticato con sopra l’uva fragola. Sotto c’erano le seggiole e una televisione a 21 poliici con le valvole che ogni tanto dovevano essere sostituite. A Mantova per riparare le tv si andava allora da Cialento che aveva il negozio in Corso Garibaldi. Ricordo che all’inizio le trasmissioni prendevano il via alle 19, e ricordo bene l’intervallo con ‘le pecore’ che mi piaceva solo perchè mio padre approfittava di quel momento per andarmi a comperare un ghiacciolo. Poi nel 1955 in casa è arrivata la televisione. Eravamo l’unica famiglia della palazzina ad averla e così i miei amici e le loro famiglie venivano a vederla da noi. Guai se noi bambini ci avvicinavanmo all’apparecchio e guai soprattutto a toccare le manopole. Quando poi è iniziata la tv del ragazzi e i programmi cominciavano alle 17 mi sono appassionato molto a “Penna di Falco”, e “Rin Tin Tin”. Poi amavo tantissimo “L’Isola del tesoro”. Con l’arrivo di Carosello le mie pubblicità preferite erano quelle della China Martini, Cynar e Brillantina Linetti.  

Gianni Comparini: Guardavo Rin Tin Tin e Stanlio e Ollio. Ad un certo punto anche le canoniche comprarono le tv per fare concorrenza ai bar, così i bambini andavano a vederla in oratorio

“All’inizio non avevamo la tv in casa e andavamo al bar di Barbassolo a vederla – spiega il maestro pasticcere Gianni Comparini, titolare della pasticceria La Tur dal Sucar – mi ricordo che facevano pagare qualcosa e noi al pomeriggio guardavamo Rin Tin Tin e poi Stanlio e Ollio, dopo qualche anno eravamo già 6 figli a casa e mio papà comprò a rate la prima televisione di casa Comparini. Avrò avuto 10 anni, ricordo Mike Buongiorno, Carosello…. che tempi, tutto diverso rispetto ad ora, i miei nipoti si divertono tantissimo quando gli racconto queste cose, che al giorno d’oggi sembrano così strane, visto che come minimo in ogni casa di tv ce ne sono un paio, se non di più. Adesso che ci penso, mi viene in mente che ad un certo punto anche le canoniche nelle parrocchie avevano la tv, facevano, per così dire “concorrenza” ai bar, così i ragazzini, soprattutto quelli più piccoli, invece di andare al bar, andavano a vedere la tv in oratorio: ho fatto in tempo a farlo anche io, soprattutto quando ci siamo trasferiti in città”.

Maurizio Ottolini: A Goito il primo a comprare la tv fu Tito Terreni. Quando invitava la mia famiglia a vederla era una vera festa 

L’ex presidente provinciale e regionale di Confcooperative Maurizio Ottolini ci racconta che a Goito, dove lui abitava, il primo ad avere la televisione fu Tito Terreni, che era proprietario di un distributore di benzina sulla Goitese e di una officina. “Comprò la televisione praticamente subito quando partirono i programmi della Rai. Io ero un bambino di 8-9 anni, aspettavo con impazienza quando invitava la mia famiglia a casa sua a vedere la tv. Era una vera festa, era incredibile poter finalmente vedere i personaggi di cui leggevamo o avevamo sentito alla radio. Ricordo ad esempio la meraviglia del Festival di Sanremo e l’attesa per gli incontri di boxe che tanto piacevano a mio padre“.

L’atmosfera nelle osterie di campagna: “Nei primi anni era un vero spettacolo, come un cinema, poi divenne un accompagnamento più discreto: ad avere più successo gli eventi sportivi” 

Nei paesi fuori città la televisione arrivò quasi subito, diventando uno “spettacolo” vero e proprio negli esercizi pubblici, i primi a dotarsene in assoluto già nei primi anni di trasmissioni, la novità catalizzò l’interesse della clientela. “Mamma e papà posizionarono nei primi anni la tv nella sala del bar – spiega Nadia Marconato, che ricorda quando era bambina e i genitori Carla ed Ermenegildo gestivano una delle osterie a Nosedole di Roncoferraro – e la gente si radunava di fronte allo schermo, seduta come fosse al cinema, per vedere i programmi della sera dopo una giornata di lavoro. Poi, sul finire del decennio, la tv divenne una presenza più “discreta”, da protagonista a compagnia di sottofondo, e fu spostata nella sala trattoria (vedi anche foto ndr): già prima degli anni ’60 alcune famiglie in paese avevano acquistato il loro apparecchio privato. Allora la gente prese l’abitudine di radunarsi nel nostro esercizio principalmente per seguire le imprese della Nazionale di calcio o altri eventi sportivi principali come le Olimpiadi”.

Nosedole fine anni ’50, la tv campeggia sopra la tavolata all’osteria del paese

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