PEGOGNAGA – Sull’accusa di “falsificazione ideologica”, formulata per iscritto su un pubblico documento da RiAttiviamo Pego nel contesto di un’interpellanza depositata presso l’ufficio protocollo del Comune, divenuta com’era da attendersi oggetto di accese discussioni tra il sindaco di Pegognaga Matteo Zilocchi e il capogruppo della minoranza di centrosinistra Viola Messori in chiusura della seduta consiliare di venerdì 28 marzo, nessuno dei quattro consiglieri firmatari, Messori, Dario Gorrieri, Teresa Morbio, Alessandra Tellini, fino a ieri ha ritenuto di rispondere alla reiterata richiesta del primo cittadino di presentare scuse.
Da noi interpellato in proposito, Zilocchi ha così risposto «Certamente andrò avanti. Il mio legale ha già preso in mano la questione». Cosa di fatto è successo per far ora intervenire un giudice del tribunale per stabilire l’entità della gravità dell’accusa con possibili conseguenze penali per chi l’ha formulata? Oggetto dell’interpellanza era “Trasparenza in merito alle dichiarazioni pubbliche del sindaco Zilocchi sul report ricevuto che dichiare l’analisi sullo stato della Rsa e Cdi”, nel cui testo letto in consiglio comunale dalla consigliera Morbio è specificamente scritto «Quale motivo ci possa essere per cui il Sindaco riceva preventivamente in bozza uno studio tecnico se non per valutare da parte sua la possibilità di intervenire con proposte emendative dei risultati di tale studio, alterandone quindi in quel caso il risultato tecnico concorrendo quindi alla sua falsificazione ideologica». Accusa alla quale il sindaco aveva così risposto «Accusare il sottoscritto di concorrere alla falsificazione ideologica di un documento è reato penale come disposto dall’art. 476 del Codice Penale: falsità materiale commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici. A maggior ragione sono considerati tali anche gli atti preparatori, quelli interni d’ufficio e quelli di corrispondenza tra uffici». Ancora «Il C.P. punisce il pubblico ufficiale che nell’esercizio delle sue funzioni formi in tutto o in parte un atto falso oppure alteri un atto vero. Pertanto in assenza di formali pubbliche scuse sull’utilizzo di tali termini accusatori e diffamatori verso la mia persona, estensibili all’istituzione che rappresento, provvederò a tutelarmi legalmente nelle sedi opportune, nessuna esclusa».
A sostegno della presa di posizione del sindaco il gruppo di maggioranza Civici Uniti così scrive sui social «Noi sosteniamo il diritto di cronaca, ma ben diverso è porre una domanda nella quale si asserisce che il sindaco abbia cercato di alterare il risultato tecnico dell’indagine condotta dallo studio Politecnica». Prosegue «Asserire che il sindaco Zilocchi abbia agito nel tentativo di intervenire con proposte emendative dei risultati di tale studio, non solo è offensivo e lesivo della sua immagine pubblica e del ruolo istituzionale, ma rimanda ad un presunto comportamento compiacente dei tecnici che sono stati incaricati». Ancora «Crediamo che la richiesta di scuse avanzata dal sindaco sia stata sacrosanta e doverosa». Conclude «Rilevata la mancanza di pubbliche scuse, appoggiamo la sua volontà di tutelarsi legalmente nelle sedi opportune».
Riccardo Lonardi