MANTOVA – E’ stato uno dei mitici personaggi della cultura popolare mantovana: Sartana, al secolo Piero Vignoli, l’uomo che cavalcava il suo chopper col numero 115 come se fosse a volte un cavallo del vecchio west, a volte una moto di un giustiziere senza tempo, a volte ancora quella di un poliziotto o di un vigile urbano.
Se ne è andato in silenzio Sartana alla Casa di riposo Luigi Bianchi di cui era ospite ormai da diversi anni. A Mantova tutti lo conoscevano, al quartiere Te Brunetti tutti gli volevano bene. Li aveva la sua ‘tana’, le sue galline che curava con tanto amore, e poi i cagnolini randagi che raccoglieva, e quel chopper sempre in bella vista sull’aiula subito dopo il sottopasso di viale Montello. Si, perchè Piero aveva un cuore grande. Li aveva anche la vasca all’aperto dove si lavava e un sacco da boxe improvvisato con cui si manteneva in forma.
Non si muoveva se non mettendo in spalla le sue armi di plastica che facevano sorridere i mantovani ma che invece incuotevano un po’ di timore in chi non era del posto anche se poi si capiva subito che erano armi assolutamente inoffensive. E che dire della paletta da poliziotto con cui si metteva a dirigere il traffico?
Famose poi le sue battute. Una di quelle diventate più celebri la rivolse a un barista del centro. Piero aveva appena consumato un cappuccino, il barista gli chiese se doveva pagare e lui prontamente rispose “Sartana non paga spara” provocando subito i sorrisi degli altri clienti del locale.
Con Piero se ne va l’ultimo personaggio di una Mantova fatta di personaggi stravaganti ma parte assolutamente integrante della comunità. Addio Sartana, fai buon viaggio sul tuo chopper tra le nuvole del cielo!