MANTOVA – Il dipinto “Adorazione dei Pastori”, capolavoro di Girolamo Bonsignori, arricchisce la collezione di Palazzo Ducale che si è aggiudicato la preziosissima opera lo scorso maggio, partecipando a un’asta da Christie’s a New York. Si trova già in esposizione al piano terreno del Castello di San Giorgio, nella sezione “Rinascimento a Mantova”, inaugurata il 25 ottobre.
Il dipinto acquistato da Palazzo Ducale è giudicato un apice nella produzione di Girolamo Bonsignori; secondo Gianni Romano (1998), ne è addirittura il capolavoro; a giudizio del compianto Renato Berzaghi (2010), il dipinto offre una summa della poetica dell’artista. L’articolata scena mostra forme molto caratterizzate e dettagli iconografici curiosi: la pavimentazione in marmo mostra un motivo a meandri, con una scacchiera bianca e nera, analoga a quella dell’Ultima cena polironiana; il pilastro della colonna mostra un bassorilievo, Davide con la testa di Golia, anch’esso analogo alle figure veterotestamentarie affrescate dallo stesso Bonsignori nel refettorio di San Benedetto Po.
Decisamente poco comune è l’immagine della Vergine che asciuga i panni al fuoco: un motivo che troviamo in alcune rappresentazioni della Natività della Vergine, laddove compare una fantesca che asciuga i panni davanti al camino. Il paesaggio fantastico, quasi nordico, con una rupe a sinistra e una città in lontananza a centro, si staglia appena su un cielo dai bagliori rossastri. La fitta composizione è arricchita da due angeli in volo con un cartiglio, in alto a sinistra, mentre al centro, in basso, si legge una scritta che viene, rilevava Romano, dal De partu Virginis di Jacopo Sannazaro, completato nel 1513, ma edito nel 1526, il che offrirebbe un termine utile a datare l’opera in un intervallo cronologico molto stretto: 1526-1529.
«L’opera è davvero un piccolo capolavoro – afferma Stefano L’Occaso, direttore di Palazzo Ducale -. Il dipinto riassume la poetica di Girolamo Bonsignori, con forme e dettagli che si legano alla decorazione del refettorio di San Benedetto in Polirone e che ci assicurano che tanto la tela (oggi a Badia Polesine) quanto gli affreschi, riferiti al Correggio nel momento della loro scoperta, spettano a Girolamo. La partecipazione a un’asta internazionale è stata un’operazione complessa, avallata dagli organi di controllo e sostenuta ancora una volta dalla Direzione Generale Musei, alla quale va il mio sincero ringraziamento. Un lavoro che ha permesso di accrescere in pochi anni, in maniera straordinaria, il patrimonio di Palazzo Ducale».