Adriano Stabile (PD) al Pride: un segnale per i diritti civili contro il regime di Orbán

BUDAPEST – Si è concluso senza incidenti di rilievo il Budapest Pride, una delle manifestazioni più significative nella storia ungherese per la difesa dei diritti LGBTQ+, nonostante le tensioni e le minacce del governo di Viktor Orbán. Tra le migliaia di partecipanti che hanno sfilato per le vie della capitale ungherese, si è distinto il segretario provinciale del Partito Democratico, Adriano Stabile, la cui presenza ha voluto essere un forte segnale di solidarietà internazionale e un richiamo all’importanza dei diritti civili.

Stabile, raggiunto durante la marcia, non ha esitato a esprimere la sua ferma posizione: “Questo è stato un anno di grandi battaglie per il nostro partito, anche a Mantova. Scuola, sanità, Europa, ambiente, trasporto pubblico locale, diritti delle lavoratrici e dei lavoratori. Mai come oggi questi temi fondamentali per la vita delle persone sono dimenticati da questa destra che, invece di combattere la povertà e la disuguaglianza, si occupa delle persone che si amano.”

Il segretario provinciale del PD ha sottolineato il coraggio dei manifestanti ungheresi: “Oggi siamo qui in migliaia a protestare contro il regime di Orbán che ha dichiarato illegale la manifestazione del Pride che si svolge tradizionalmente a Budapest da 30 anni, minacciando anche ripercussioni legali forti a chi partecipa. Andare a dire in Ungheria queste cose è un atto di coraggio per le persone che sono qui pur non avendo nessuna immunità parlamentare.”

Stabile ha poi collegato la lotta per i diritti civili in Ungheria alla situazione italiana, facendo un accorato riferimento a episodi di violenza e discriminazione che si sono verificati anche nella provincia di Mantova: “È un atto dovuto perché anche in Italia e in Lombardia ci sono persone che sono state pugnalate alla schiena per il loro orientamento sessuale e la loro identità di genere. Ci sono state persone a cui è stato versato dell’acido addosso; nella nostra provincia, ci sono stati ragazzi che si sono tolti la vita. Una statistica del ‘Sole 24 Ore’ dice che due ragazzi su tre tra gli 11 e i 19 anni hanno subito un atto di bullismo. Ci sono ragazzi che interrompono i corsi di studio perché frustrati dalla vergogna e dalla paura e ci sono persone che abbandonano il proprio posto di lavoro.”

Ha ribadito il ruolo del Partito Democratico come baluardo dei diritti: “Il PD è sempre stato il primo in prima linea più di tutti gli altri partiti a mettere vicino alle questioni sociali anche quelle dei diritti civili. Le due battaglie vanno tenute insieme. Il nostro Paese non ha nulla a che vedere con l’Ungheria di Orbán: non è il nostro modello. L’Italia è un grande Paese, democratico e liberale e vogliamo che resti tale.”

Gli organizzatori hanno annunciato un’affluenza record, stimando quasi 200.000 persone, un dato senza precedenti per la marcia del Pride ungherese, a dimostrazione della crescente forza e determinazione della comunità LGBTQ+ e dei suoi sostenitori, nonostante i tentativi governativi di reprimerne l’espressione.