Alla scoperta dell’orologio astronomico di Mantova che compie 550 anni

MANTOVA – E’ lì da oltre 500 anni, sulla torre dell’orologio di piazza Erbe, da allora scandisce il tempo dei mantovani, allora in un modo, adesso in un altro. Ci si passa sotto più volte al giorno, lo si fotografa, lo si guarda con curiosità e ammirazione, spesso, quasi sempre, senza capirne fino in fondo il significato. Stiamo parlando dell’orologio astronomico e astrologico di Mantova che quest’anno compie 550 anni e per festeggiare questo importante avvenimento questo fine settimana sono state organizzate due giornate celebrative.

Sabato 16 dicembre alle 15.30 è in programma la conferenza sul tema: “Il maraviglioso artificio di Bartolomeo Manfredi” nella sala Open di Alkémica in via Norsa 4. Dalle 16.30 alle 18 sono previste le visite guidate alla Torre dell’Orologio su prenotazione con gruppi di 15 persone.
Domenica 17 dicembre riprenderanno le visite guidate alla Torre dell’Orologio, sempre su prenotazione con gruppi di 15 persone. L’apertura è dalle 10 alle 12.30.

L’iniziativa, patrocinata dal Comune di Mantova e organizzata dalla cooperativa Alkémica è stata presentata questa mattina nella Sala Consiliare del Comune dal vicesindaco di Mantova Giovanni Buvoli, il Presidente di Alkémica Riccardo Govoni, Stefania Accordi del Consiglio Direttivo di Alkémica e Nicola Galli, attuale curatore dell’orologio.

“La nostra città è ricchissima di bellezze e di curiosità – commenta Giovanni Buvoli, vice sindaco di Mantova – ma spesso anche noi mantovani non le conosciamo, per questo sono contentissimo di questa iniziativa e ringrazio Alkemica per aver organizzato queste due giornate”.

“La torre dell’orologio è visitabile – spiega Riccardo Riccardo Govoni, Presidente di Alkémica – la particolarità di questo fine settimana è che le visite saranno guidate, per cui si potrà davvero capire meglio come funziona, spesso ci si passa sotto, ma non viene apprezzato come dovrebbe, forse perchè non lo si conosce come si dovrebbe, ha delle particolarità uniche e questa è l’occasione per scoprirle ed capirne davvero l’importanza”.

“Molti mantovani passano tutti i giorni sotto l’orologio – spiega Stefania Accordi di Alkémica – lo guardano e dicono “ha una lancetta sola, non funziona” in realtà l’orologio funziona benissimo, ieri scandiva il tempo, oggi ci lega alla storia e al presente andando a studiare abbiamo scoperto funzioni affascinanti, segna le fasi della luna, il segno zodiacale, l’ora ovviamente, ma anche l’alba, il tramonto e la durata delle giornate”.

“E’ un gioiellino – aggiunge Nicola Galli, attuale curatore dell’orologio – gli orologi di adesso spesso non hanno i secondi, perchè al nostro tempo non sono fondamentali, allora erano i minuti ad essere trascurabili, per cui segna solo le ore, perchè così si regolavano le persone. L’orologio è su uno dei monumenti più fotografati della città, è anche lui stesso un monumento che ci racconta com’è cambiato qualcosa con cui abbiamo a che fare tutti i giorni: il tempo”.

La storia
La Torre dell’Orologio fu innalzata in piazza Erbe, addossata al medievale Palazzo della Ragione, su progetto di Luca Fancelli, tra il 1472 e il 1473. Il committente era il marchese Ludovico II Gonzaga, il principe architetto, che intendeva così collocare nel centro della città mercantile un nuovo importantissimo simbolo del suo potere e della sua cultura innovativa.
Nel 1600 l’edificio subì delle modifiche: l’architetto di corte, Anton Maria Viani, vi aggiunse dapprima il coronamento (1612) e poi la nicchia che ospita la statua della Vergine (1639). La torre dà l’accesso al piano superiore del Palazzo della Ragione, l’antico Palatium Novum, costruito nel 1250 e, dall’aula del Palazzo, si può accedere ai meccanismi dell’orologio astronomico, che fu installato nel dicembre 1473 da Bartolomeo Manfredi.
Occorre tener presente che allora le persone non utilizzavano orologi e tanto meno cellulari o Pc per avere informazioni sul tempo: si guardava il sole, si sentivano le campane e si utilizzava, un orologio collettivo. L’orologio che noi vediamo in piazza Erbe era particolarmente complesso e dava molte informazioni.

Ancora oggi è possibile risalire all’ora del sorgere e del tramontare del sole, ovvero sapere le ore che mancavano all’alba e al tramonto, perché tutta la vita operosa della città si basava sulla luce solare. Caratteristica questa che si riteneva perduta.
Va tenuto presente che mentre oggi si considera “giorno” il periodo di ventiquattro ore che va da una mezzanotte all’altra, allora il giorno andava da un tramonto all’altro o a circa mezz’ora dopo, quando si suonava l’Avemaria. La prima ora del nuovo giorno era dunque la prima ora di notte, e mutava con il graduale variare delle stagioni.
Bartolomeo Manfredi, detto anche “dell’Orologio”, colui che installò l’orologio, era matematico e astrologo, “figlio d’arte” perché il padre aveva già costruito in città un orologio pubblico. Bartolomeo, “era inteligento”, scrisse il cronista contemporaneo Andrea da Schivenoglia, “e se deletava de astrologia”, arte cui era stato iniziato da Vittorino da Feltre, in Ca’ Zoiosa.
Pietro Adamo de’ Micheli era invece un illustre giureconsulto e letterato mantovano, che, tra l’altro, introdusse a Mantova la stampa nel 1471 e che ci ha lasciato la seguente preziosa descrizione dell’orologio: “Rivolto verso Nord-Ovest l’orologio ha l’oriente a sinistra, verso la reggia del principe. Una tettoia di marmo (originale) ripara il quadrante, ch’era coronato di dodici tondi contenenti i ritratti di altrettanti “famosi et doctissimi homini”.
Il quadrante è incorniciato da un festone costituito da un ramo d’alloro con bacche dorate.
Oltre alle ore erano riportati i segni zodiacali, le ore planetarie, i giorni della Luna, la posizione degli astri, utile a sapere se un certo momento della giornata era o no sotto l’influsso di pianeti favorevoli.
Fatto certo è che a questo orologio tutta la città si rivolgeva, non solo per orientarsi sulle ore ma anche per ricevere informazioni e responsi sull’andamento del clima e delle stagioni, sui giorni favorevoli e non, sull’opportunità di fare o non fare certe scelte di tipo quotidiano e lavorativo.
Nel tempo, purtroppo, il meccanismo si guastò e conseguentemente seguirono anni di degrado. Solo circa dieci anni fa si è provveduto ad un restauro e ora all’interno della Torre si può vedere un pendolo di Foucault, una raccolta di pezzi che fecero parte di diverse versioni dell’orologio, una breve storia degli ingranaggi, una linea del tempo della misura del tempo, ed infine la vista mozzafiato del centro cittadino, con la cupola di Sant’Andrea che pare toccarsi con la mano.

Per partecipare alle giornate celebrative è necessaria la prenotazione sul sito https://www.alkemicaonline.it/eventi-autunno-inverno/ 

 

 

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