CASALMAGGIORE – Le nuove generazioni non possono sapere, ma devono (anche loro) sapere: i nati dopo gli anni Ottanta non conoscono il caso giudiziario che sconvolse la vita di uno dei più seguiti presentatori Rai italiani, Enzo Tortora: non c’erano i follower, in quegli anni, ma i telespettatori, e il suo “Portobello” lo guardavano in 28 milioni di persone.
Fece scalpore (è dire poco) il suo arresto avvenuto il 17 giugno 1983 su ordine della Procura di Napoli, con l’accusa di far parte della Nuova Camorra Organizzata di Raffaele Cutolo e con un ruolo di primissimo piano nel traffico di droga gestito dalla stessa organizzazione criminale. A indicarlo come colpevole furono alcuni collaboratori di giustizia, in particolare Giovanni Pandico, ma le loro testimonianze si rivelarono – dopo troppo tempo – del tutto infondate, e soprattutto mai davvero analizzate, verificate.
Un lungo e sofferto calvario giudiziario portò Tortora a una condanna in primo grado, per lui, straziante; poi fu completamente assolto in appello e con sentenza definitiva dalla Cassazione nel 1987, venendo poi riconosciuto vittima di un caso di malagiustizia. Al suo fianco, come difensore, come amico, l’avvocato Raffaele della Valle, uno dei maggiori penalisti italiani, ospite della conviviale del Rotary Club Casalmaggiore Viadana Sabbioneta presieduto da Stefano Bozzetti lunedì 29 settembre; alla serata era presente anche il giornalista Francesco Kostner, che con della Valle ha scritto il volume “Quando l’Italia perse la faccia. L’orrore giudiziario che travolse Enzo Tortora”, edito da Luigi Pellegrini Editore, giunto alla quarta edizione, presentato in questi anni in scuole, incontri, lezioni universitarie, per dare voce alla Giustizia (“che non è di destra né di sinistra: è una bilancia…”).
Le circostanze, le date, le mancate indagini, l’infamia di accuse infondate sono ampiamente narrate nel libro, disponibile al prestito anche presso la Biblioteca di Casalmaggiore: ciò che, aldilà della cronistoria, ha trasmesso l’avvocato Della Valle è il pressante “invito” (anche qui, è dire poco) a non concedere mai più tanti spazi agli orrori giudiziari, lui che ha visto Tortora calunniato, affranto, distrutto come persona, condannato ingiustamente, a causa di un dissolvimento morale della Magistratura che non è più, mai più, tollerabile.
A quarant’anni dal caso, della Valle è ancora pieno di livore, di sana rabbia, di sdegno per quanto un uomo per bene qual era Enzo Tortora ha dovuto subire, e invoca un cambiamento, forse già in atto con la separazione delle carriere giudiziarie sancita dal Parlamento, e auspica che chi è Giudice possa avere “cuore, conoscenza approfondita della legge, meditazione, ispirazione, non velocità e smania di timbrare il cartellino: giudicare è una missione”.
Della Valle ha potuto approfondire il suo pensiero anche grazie agli interventi di Enzo Rosa, del Colonnello Luigi Regni, della aspirante magistrata Laura Mattioli, di Sebastiano Fortugno e del Presidente del Tribunale di Mantova Massimo De Luca. Ospiti della serata il Sindaco di Casalmaggiore Filippo Bongiovanni, l’ex Pm Marco Martani, il presidente del Rotary Club Piadena Oglio Chiese Giorgio Moriero, Lorenzo delle Carbonare, il Luogotenente Massimiliano Burioni, Enzo Bertone, la presidente di Inner Wheel Casalmaggiore Marina Scomparin Troletti, i past president RC CVS Cristina Torricelli e Mauro Acquaroni. (lf)