MANTOVA – Nei primi nove mesi del 2025 la cassa integrazione in provincia di Mantova registra un calo del 15,6% rispetto allo stesso periodo del 2024. Nonostante la riduzione, le ore autorizzate restano elevate, pari a 3.739.814 contro le 4.431.931 dello scorso anno. Il dato segnala la fine della fase più critica delle crisi aziendali, ma non ancora una ripresa strutturale. Le imprese non chiudono, ma si fermano frequentemente, mentre i lavoratori mantengono l’occupazione ma vivono una condizione di incertezza costante.
La Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria cala solo leggermente (-2,3%), ma ne cambia la composizione: le ore per crisi e riorganizzazione diminuiscono del 40,3%, mentre quelle per solidarietà aumentano del 49,7%. Si passa così da interventi legati a emergenze aziendali a strumenti di adattamento collettivo, con meno situazioni critiche e più condivisione delle riduzioni di lavoro. La Cassa Integrazione Ordinaria segna una diminuzione del 19,2%, con differenze significative tra i settori. Crescono le ore nel metallurgico (+170,4%), nell’abbigliamento (+182,2%), nell’alimentare (+25%) e nell’impiantistica (+57,6%), mentre registrano forti cali i comparti del legno, chimica, tessile, carta-stampa, trasporti ed edilizia.
Ogni lavoratore in cassa integrazione perde in media tra il 20 e il 30% del reddito netto, e la prolungata instabilità incide sulla fiducia e sul benessere delle famiglie. “Oggi la priorità – osserva Ivan Zaffanelli, segretario generale Cisl Asse del Po – è trasformare i momenti di sospensione in occasioni di crescita professionale, sfruttando appieno la formazione promossa dagli enti bilaterali, dai fondi interprofessionali e dagli strumenti di riqualificazione. In questo modo la cassa integrazione non è solo un mezzo di difesa e flessibilità, ma diventa strategica per prepararsi al rilancio”.












