MANTOVA – Ha voluto conoscere tutti i dettagli della situazione che ha portato la dirigenza della Corneliani ad annunciare il concordato in bianco ma il prefetto di Mantova Carolina Bellantoni ha fatto capire di avere già comunque molto chiaro il quadro e la sua gravità durante il primo incontro istituzionale tenutosi questa mattina in video conferenza con i dirigenti sindacali di Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil e le Rsu dell’azienda.
“Ringraziamo sua Eccellenza per la sensibilità e la disponibilità con la quale ci ha ascoltato – scrivono le tre sigle – crediamo che siano le premesse migliori per iniziare i vari confronti istituzionali programmati nelle prossime giornate.
Il prossimo appuntamento è per domani, venerdì 19 giugno, alle ore 15.00, per l’apertura del “tavolo di crisi” dell’azienda.
Oltre alla Prefettura e al Ministero dello sviluppo economico saranno presenti anche Confindustria e la direzione aziendale. Le nostre richieste non cambieranno: ritiro del concordato in bianco e nuova ricapitalizzazione da parte degli azionisti”.
Secondo i sindacati dietro alla richiesta di concordato in bianco si nasconde la volontà di vendere la società. “E’ un grande marchio” hanno ripetuto anche oggi sindacati e lavoratori durante i presidi che proseguiranno pure nei prossimi giorni, sia la mattina che al pomeriggio. “Siamo convinti che ci sian tutte le condizioni per l’ingresso di nuovi soci che possano portare al più presto liquidità. Bisogna agire in fretta”.
Gli ordinativi tra l’altro, secondo i sindacati, hanno subito delle diminuzioni durante il periodo di emergenza Covid in linea con quelle delle altre aziende del settore.
La società ricordiamo ha chiuso il 2018 con 108 milioni di euro di ricavi consolidati (da 110 milioni nel 2017), un ebitda negativo di 5,7 milioni (da – 1,1 milioni) e una perdita di 12,1 milioni di euro (da una perdita di soli 2,6 milioni), con una posizione finanziaria netta che era peggiorata a 16,4 milioni di euro (da 4,3 milioni), a fronte di investimenti per 5,6 milioni di euro sostenuti nell’anno. A fronte di questi numeri, nel novembre 2019 l’azienda ha presentato un piano da 130 esuberi, concentrati nello stabilimento di Mantova, dove lavorano 454 persone.