MANTOVA – “Il Giubileo che in questo Anno Santo la Chiesa sta celebrando è un’opportunità straordinaria per tutti i cristiani per ricostruire la giustizia mediante un atto di misericordia. Non è solo una concessione di perdono, ma una pratica per ripristinare la fraternità perduta e un esercizio di carità per mantenere l’armonia ritrovata. Tutti, in forza del battesimo, siamo chiamati a essere “operatori di giustizia”, orientando le nostre scelte e le nostre azioni quotidiane nella direzione che il Giubileo ci sta indicando.”. Così la Diocesi di Mantova annuncia il “Giubileo degli Operatori della Giustizia” che sarà celebrato domani venerdì 10 ottobre. L’appuntamento è dedicato a tutti coloro che, a vario titolo, operano nel mondo della giustizia: magistrati, avvocati, cancellieri, assistenti, notai, ufficiali giudiziari, periti e consulenti.
La giornata si aprirà alle ore 17 nella Sala delle Capriate, con il convegno dal titolo: “Giubileo Giustizia Rigenerazione”. Interverranno monsignor Gianluca Pezzoli, che recupererà il senso profondo del Giubileo nelle scritture, e l’avvocato Sergio Genovesi che illustrerà come la giustizia giubilare può trovare compimento nel sistema giudiziario del tempo di oggi. Chiuderanno l’incontro gli operatori del laboratorio ‘Nexus’, esperienza promossa e coordinata dal Uepe di Mantova (Ufficio esecuzione penale esterna) che coinvolge gli enti istituzionali e del terzo settore che si occupano di giustizia riparativa, che presenteranno alcune esperienze. Modererà l’incontro l’avvocato Giovanni Guarnieri.
Alle ore 18, nel transetto della basilica, l’inaugurazione della mostra “Sub tutela Dei”dedicata al giudice beato Rosario Livatino curata dall’avvocato Carlo Torti, che presenterà la figura del Magistrato e la sua spiritualità a partire da immagini e dai suoi scritti.
Concluderà il pomeriggio un momento di preghiera davanti alla reliquia del Preziosissimo Sangue, presieduto dal vescovo, preparato dall‘Unione Locale Giuristi Cattolici Italiani di Mantova, con letture dal libro del profeta Amos e con riferimenti alla figura di un professionista del diritto dei nostri tempi, Giorgio Ambrosoli, uomo dalla solida formazione cristiana, che ha saputo coniugare i valori della fede con il rigore della professione forense e delle virtù civili e, in ragione di questo, è stato ucciso.