Don Renato Pavesi: “In un mese è cambiato moltissimo, vediamo di cambiare anche noi”

Don Renato Pavesi:

MANTOVA – DI DON RENATO PAVESI* – In questo momento ci arrivano segnali che forse ci dicono che ci avviciniamo alla fine del tunnel del coronavirus. Non sappiamo come sarà il passaggio alla normalità e quando ci sarà. Forse neanche chi deve decidere lo sa. Per forza di cose si è fatto riferimento costante a medici e ricercatori, ma anche loro allo stato attuale, dispongono comprensibilmente di poche conoscenze.
Sullo sfondo poi sta il problema dell’economia del Paese e dei problemi sociali, cioè dei malcontenti inevitabili che ne deriveranno nel momento della ripartizione delle risorse.
Il problema però più grosso, secondo me, e lo stato d’animo collettivo, sono gli umori diffusi. E’ chiaro che sarà preponderante l’intervento dello Stato. E’decisivo però che ci sia, a tutti i livelli, una gran voglia di ricominciare. Possiamo qui citare la nota frase di John Kennedy: “non chiederti quello che lo Stato può fare per te, ma, cosa puoi fare tu per lo Stato”. Siamo un Paese di anziani, con residui di mentalità assistenzialisti. La poca fiducia nello Stato si accompagna alla richiesta di sussidi statali. E’ importante il ruolo di chi fa opinione nel creare un clima positivo che eviti le lamentele, la ricerca dei colpevoli, la critica che non sa dire cosa vuole.  E’ il compito dei giornalisti, degli opinionisti, anche dei preti, forse possiamo fare tutti qualcosa nel nostro conversare quotidiano per evitare la rassegnazione a un declino dell’Italia già da molti ritenuto inevitabile.
Lo dobbiamo fare per primi noi vecchi perché più di tutti possiamo guardare ai più giovani con l’animo di chi pensa: io ho già avuto, adesso spero per voi. Sarebbe bello, ma soprattutto, necessario un pensiero è una volontà comune, senza cadere nelle polemiche vuote che ci hanno caratterizzati fino a poco tempo fa.
Un amico mi scrive: leggi cosa si scriveva un mese fa, vedrai che ti parrà irreale, oggi. Ha ragione, è cambiato moltissimo, vediamo di cambiare anche noi per poter rispondere ai problemi di adesso, con la consapevolezza della gravità del presente e della responsabilità che incombe su tutti, ma certo di più a chi ha compiti maggiori.  Speriamo di evitare il solito gioco di dare la colpa di tutto ai politici. Casomai parliamo delle responsabilità precise di tutti.

  • Rettore della Basilica di Sant’Andrea di Mantova