Eliminazione barriere architettoniche: priorità al centro storico. Presentato il Documento d’Indirizzo

MANTOVA – Abbattere le barriere – fisiche e culturali – per rendere la città “più inclusiva e sostenibile”, così come recita lo slogan del Peba, acronimo di Piano Eliminazione Barriere Architettoniche. Varato nell’autunno del 2023 mettendo insieme non solo gli Assessorati e gli uffici comunali, ma anche una vasta pluralità di soggetti che operano sul territorio, il Peba arriva oggi – in seguito all’approvazione da parte della Giunta – alla pubblicazione del documento d’indirizzo contenente strategie e obiettivi: un documento strategico per rendere più accessibile la Mantova del passato, a cominciare dal centro storico e a ruota i vari quartieri e frazioni, e pensare diversamente la Mantova del presente e del futuro ideando progetti (ma anche idee, iniziative, occasioni) che partano dal principio-cardine dell’abbattimento delle barriere, come già testimonia un cantiere come quello che sta rivoluzionando piazza Cavallotti e il tratto finale di corso Umberto I.

Concetti che sono stati espressi questa mattina in Comune a Mantova alla presenza degli Assessori Nicola Martinelli (Lavori pubblici) e Andrea Caprini (Welfare), del consigliere comunale delegato al Peba Riccardo Bonfà, dell’architetto Mauro Ferretti del settore Lavori pubblici, del professor Carlo Peraboni del Politecnico di Milano – Sede Territoriale di Mantova e di Francesco Calabretti sempre per il Politecnico – sede mantovana. “Una città più inclusiva è un obiettivo strategico dell’amministrazione comunale – ha sottolineato Martinelli -. Il tema non è solo strategico, ma è una linea rossa che attraversa tutti i settori dell’amministrazione comunale e sottende a tutto quello che facciamo. L’obiettivo è avere una città per tutti, di tutti, più inclusiva”.

“Si tratta di un lavoro che, in linea teorica, non finisce mai perché continua a implementarsi – ha aggiunto Caprini – disegnare una città più inclusiva e sostenibile è un lavoro ipoteticamente infinito, è chiaro invece che da un punto di vista degli step che un’amministrazione si dà ci sono delle tappe, dei traguardi e degli obiettivi concreti da raggiungere. Il documento che presentiamo oggi è una di quelle tappe. Ma questo lavoro non è solo utile per le persone che hanno bisogni speciali, ma fa diventare Mantova più accessibile per tutti. Ciò significa migliorare la vita a tutti i cittadini”.

“Vorrei porre l’accento – ha proseguito Bonfà – sul processo dal lavoro sull’accessibilità, nell’accezione di qualcosa che c’è e che non va, verso la direzione dell’inclusività universale che possa rispondere alle esigenze dei cittadini e delle cittadine a 360 gradi, considerando barriere fisiche, sensoriali ma anche di linguaggio e di concetto. Questo porta ai concetti di autonomia e di autodeterminazione e alla possibilità di rendere ogni persona, appunto, autonoma senza la presenza di un caregiver a supporto. Un altro aspetto che mi preme sottolineare in questo lavoro che si sta svolgendo è l’evoluzione dalla segnalazione alla progettazione, dando possibilità di dialogo ai cittadini, alle associazioni, a tutti i soggetti coinvolti”.

“Per noi si tratta di una grande opportunità – ha spiegato Peraboni – perché il Comune di Mantova ha deciso di intraprendere questo percorso non come assolvimento di un atto di carattere formale, ma l’occasione fornita dall’obbligo imposto da Regione Lombardia di redarre il documento è stata colta per costruire un ragionamento più complesso su cosa significa oggi portare il tema dell’inclusione dentro la città. Il fatto di essere stati coinvolti ci dà l’opportunità di sperimentare alcune forme di partecipazione, di co-progettazione, di andare alla ricerca di un piano che cerchi di far crescere la sensibilità della città”.

Quali sono, dunque, gli obiettivi del Peba, che si compone di due organi, ovvero l’Ambito di consultazione permanente sull’Accessibilità cittadina e l’Ambito di coordinamento e riferimento tecnico all’Accessibilità? Coinvolgere in modo sistematico e strutturato i diversi interlocutori attraverso differenti attività e azioni programmate nel tempo, aperte alla cittadinanza; portare il tema dell’inclusione a conoscenza di tutta la città, spostando l’attenzione dal garantire l’accessibilità per qualcuno al promuovere l’inclusione di tutti; ragionare in termini complessivi e strategici fornendo, al contempo, soluzioni puntuali funzionali alla risoluzione di problematicità concrete; rendere la città accessibile a tutti, garantendo eque opportunità; promuovere l’inclusione alla luce di una lettura puntuale delle criticità ponendo attenzione alla condivisione e alla cura dei bisogni comuni tra persone che vivono lo stesso spazio.

Tutto ciò, come anticipato nelle prime righe, si traduce sotto molteplici aspetti. Il primo, quello più palese e in qualche modo ovvio, è quello della barriera architettonica fisica, “un tema che abbraccia ogni zona della città – ha spiegato l’assessore Martinelli – ma in particolar modo il centro storico, dove ci sono dei percorsi perdonali che permettono ai cittadini e ai turisti di attraversare le zone più antiche della città. Il centro storico è un punto di interesse fondamentale: Palazzo della Ragione, Palazzo Ducale, eccetera, per cui su quell’area è stata messa particolare attenzione, pur sapendo che in realtà la questione interessa tutti i quartieri”. Il secondo, di carattere culturale, si rispecchia nella capacità e nella volontà dei cittadini – e dunque non solo delle istituzioni pubbliche – di essere “inclusivi”, di riconoscere e cercare di appianare i problemi degli altri.  “Il tema non è solo pubblico – ha ricordato Martinelli – ma anche dei privati, motivo per cui faremo incontri per sensibilizzare i commercianti perché prestino più attenzione a questo tema. L’impegno deve essere dell’intera città”.