Festa a Rivarolo Mantovano per l’ingresso di don Massimo Sanni

RIVAROLO MANTOVANO – Tantissimi fedeli ha partecipato ieri pomeriggio all’ingresso di don Massimo Sanni come nuovo parroco delle comunità di Rivarolo Mantovano, Cividale e Spineda, insieme nell’unità pastorale Santa Maria Immacolata. Don Massimo è stato accompagnato dal Vescovo di Cremona Antonio Napolioni, dal vicario zonale don Davide Barili e da altri sacerdoti.

La processione d’ingresso è stata accolta nella piazza della chiesa dalle autorità civili, tra cui i sindaci di Rivarolo Mantovano e Spineda, Massimiliano Galli e Fabrizio Bonfatti Sabbioni. Galli ha espresso a nome della comunità il proprio benvenuto a don Massimo, sottolineando l’importanza di questa nuova tappa per l’unità pastorale. «Il dono di don Massimo alla nostra unità pastorale è un’occasione di crescita e di confronto. È un prendersi a cuore il bene della nostra Chiesa. È la scelta di incontrarsi che richiama il motto di don Milani “I care” – mi interessa: mi interessa di quest’unità pastorale».

“Voi siete la predica più bella, potrei non farla, perché non è il numero delle persone, ma la storia delle persone, delle famiglie, delle comunità che si manifesta in quest’assemblea, quel popolo di Dio, che all’interno ha tante diversità, non solo di età, di sesso, di lavoro, ma anche di paesi, di legami» ha esordito monsignor Napolioni nell’omelia, richiamando poi l’importanza dei legami comunitari e della collaborazione.

Al termine della celebrazione, don Massimo ha espresso un pensiero di profonda gratitudine verso la comunità e i sacerdoti presenti, affermando: «Credo che l’espressione più bella sia che mentre il Vescovo affida voi a me, nel contempo affidi me a voi. Da questo affidarci reciprocamente gli uni agli altri scaturisca la nostra forza e la nostra benedizione». Ha inoltre rivolto un ringraziamento speciale alla sua famiglia, alla mamma e al fratello Davide, sottolineando come «il primo santuario vero da servire è la famiglia». Don Massimo ha voluto anche ricordare con gratitudine il suo percorso formativo e spirituale, citando don Maurizio Galli, una figura fondamentale nella sua vocazione, e riflettendo sull’importanza della fede che anima e guida la vita sacerdotale: «Questa vita sacerdotale che rimane sempre nel contempo tremenda e affascinante». Infine, ha espresso il desiderio di continuare a crescere come comunità, condividendo un pensiero sul futuro della Chiesa e l’importanza di un’intelligenza che sa amare, ispirata dalla figura di Antonio Rosmini, profeta di ragionevolezza e rettitudine.