Le prospettive economiche per le economie avanzate nei prossimi cinque anni sono “altamente incerte” alla luce da una parte del percorso sconosciuto della pandemia di coronavirus con i nuovi focolai di contagio che minacciano ulteriori lockdown, dall’altra delle nuove scoperte sul fronte dei vaccini e di un loro possibile utilizzo già dall’autunno.
Parte da queste premesse l’ultima analisi di Fitch secondo cui la recessione scatenata da Covid-19 avrà “un impatto durevole sul Pil”, ben oltre i due anni e mezzo prospettati dall’agenzia di rating in precedenza. Le nuove proiezioni di base, si legge nel report ‘Coronavirus Gdp Impact to Persist in Medium Term’, “mostrano che il Pil di 10 Paesi sviluppati resterà nel 2025 di circa il 3%-4% al di sotto del livello implicito nel trend pre-crisi”. In questo contesto, l’Italia si ritroverà al termine del quinquennio 2020-2025 con un saldo di crescita zero.
Fitch prevede nel suo scenario di base che negli Usa il Pil torni ai livelli pre-Covid entro la meta’ del 2022 e nella zona Euro entro la fine dello stesso anno. Uno scenario che non prevede ritorni di nuovi picchi dei contagi.
L’agenzia di rating ricorda che dopo la crisi finanziaria globale il Pil degli Usa è tornato a livelli pre-crisi dopo tre anni e mezzo, quello britannico ci ha messo cinque anni e ce ne sono voluti sette per la zona euro. Fitch ha spiegato anche di aver abbassato le proiezioni quinquennali della crescita potenziale annua del Pil di Usa, Gb ed Europa di circa lo 0,6%.