Idrovia Fissero-Tartaro-Canalbianco: l’Autostrada Blu può generare fino a 1,4 miliardi entro il 2030

MANTOVA – La chiamano l’autostrada blu, una risorsa forse non unica nel suo genere ma certamente rara e preziosa, senz’altro ancora troppo poco utilizzata rispetto alle potenzialità che potrebbe esprimere. L’idrovia Fissero Tartaro Canalbianco è un formidabile strumento che l’industria mantovana e rovigotta stanno sfruttando sempre di più, ma ancora decisamente meno di quanto potrebbero, considerando i benefici sia a livello economico che ambientale.

A dirlo è lo studio di The European House – Ambrosetti per Confindustria Mantova e Confindustria Veneto Est, presentato oggi pomeriggio presso la sede cittadina degli industriali. Il rapporto dimostra da un lato come l’asta navigabile del fiume Po – l’unica in grado di garantire la navigabilità a scopo commerciale per 365 giorni l’anno – incida solo per lo 0,1% dei volumi di merci trasportate in Italia, dove il trasporto su gomma sembra inscalfibile, in confronto al 20% della media europea. Dall’altro, grazie ai nuovi fondi stanziati e all’apertura del collegamento con Chioggia, le merci transitanti per il sistema idroviario sono aumentate del 160% dal 2015, a testimonianza del fatto che qualcosa si muove anche su acqua.

I risultati, alla fine, si vedono. La filiera estesa del sistema idroviario del Nord Italia coinvolge 25 macro-settori economici e genera un valore aggiunto di quasi 500 milioni di euro per il territorio (circa il 3% del PIL delle province di Rovigo e Mantova). L’efficace messa a terra degli investimenti programmati potrebbe generare benefici economici netti pari a 1,4 miliardi entro il 2030 riconducibili alle reti navigabili italiane.

Non solo benefici economici, ma anche ambientali: si stima che una crescita del 25% del trasporto idroviario comunitario favorirebbe il raggiungimento dei target di decarbonizzazione europei.

La Provincia di Mantova, nella fattispecie, ospita 7 porti pubblici e 6 porti privati adibiti al trasporto fluviale di merci; il Sistema Portuale Mantovano è il terminal naturale dell’idrovia Fissero-Tartaro-Canalbianco-Po di Levante, in particolare in località Porto Valdaro.

“Stiamo parlando – afferma Benedetta Brioschi di The European House – Ambrosetti – di un comparto che coinvolge, da monte a valle, 25 settori e sotto-settori di diverse attività economiche con un indotto molto significativo. Abbiamo calcolato un moltiplicatore economico di 3,7: ogni euro di valore aggiunto generato dall’idrovia ne produce ulteriori 2,7 nel resto dell’economia per un effetto di ricadute dirette e indirette sui territori coinvolti”.

Questo peculiare sistema di comunicazioni commerciali su acqua, di cui il Mantovano funge in qualche modo da perno, può quindi giocare in ruolo chiave nello sviluppo del sistema logistico e, di conseguenza, dell’industria manifatturiera. Solo, però, se verranno superati i colli di bottiglia normativi e infrastrutturali e verrà perseguito un piano di medio-lungo termine per il settore idroviario: superamento criticità normative, incentivi pubblici aggiuntivi agli investimenti privati (es. bonus sul carburante “verde”), digitalizzazione, sostegno ai distretti industriali lungo l’asta navigabile, come le Hydrogen Valley di Valdaro e Porto Marghera.

“Crediamo molto nell’asta fluviale e stiamo investendo tanto – afferma il Dirigente Pianificazione Territoriale e navigazione della Provincia Alessandro Gatti – dal punto di vista infrastrutturale e strategico. Adesso si tratta di fare squadra fra Enti lombardi e veneti perché, così come il nostro canale Fissero Tartaro è una rete all’interno di reti europee di acqua, allo stesso modo facendo rete con gli altri porti si riesce a dare uno sviluppo più forte in questo sistema che entra nella pianura padano-veneta e può permettere di dare un interscambio alla gomma e al ferro, rendendo più sostenibile la trimodalità”.

“Con questo studio – dichiara il presidente di Confindustria Mantova, Fabio Viani – abbiamo voluto evidenziare quelle che sono le opportunità offerte dallo sviluppo della rete fluviale, soprattutto nella regione lombarda e veneta. Le potenzialità sono enormi, è chiaro che ci preoccupano tutti quegli ostacoli che l’opera può trovare nel suo processo di realizzazione. Oggi proponiamo un tavolo permanente da mettere in comune con gli altri stakeholders che hanno condiviso l’importanza di questo studio (Confindustria Veneto Est e le Province di Mantova e Rovigo) affinché si osservi come gli investimenti già stanziati troveranno forma e attuazione e quali saranno gli step necessari a dare, appunto piena attuazione”.

“Noi lottiamo per togliere i colli di bottiglia – afferma l’assessore regionale allo Sviluppo economico Guido Guidesi – perché crediamo molto in questa opportunità di ulteriore competitività per le nostre aziende. Siamo convinti che tutto ciò che viene rappresentato da questo studio possa essere molto utile e possa aiutare tutti a fare squadra e ottenere gli obiettivi che ci siamo prefissati. Siamo in una fase avanzata col Governo, finalmente. Speriamo di chiuderla quanto prima ma per noi la certificazione di Zona Logistica Speciale, per la quale i canali di discussione sono aperti con la Presidenza del Consiglio, è il primo passo per creare non solo migliori possibilità di competere alle aziende già esistenti, ma per essere attrattivi rispetto a nuovi investimenti”.

Quale, invece, lo sviluppo per Mantova? “Siamo consapevoli delle potenzialità delle nostre infrastrutture – dice l’assessore all’Ambiente Andrea Murari – e della necessità di renderle sempre più competitive, ma sappiamo anche che in prospettiva l’acqua sarà sempre di più il carattere distintivo della nostra intermodalità che ci renderà unici rispetto alle altre offerte, e sarà dunque l’elemento-chiave della nostra competitività. Io dico sempre che già oggi noi siamo straordinariamente competitivi rispetto alle alternative, ma lo saremo ancora di più in prospettiva e quindi chi deve investire lo viene a fare, se possibile, a Mantova”.

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